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domenica, Maggio 5, 2024
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Accusato di business sull’emergenza Covid a Napoli, assolto Antonio Limone

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Il 25 ottobre scorso, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, Fabrizio Finamore, ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dall’ufficio inquirente partenopeo riguardo a un procedimento che coinvolgeva Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (Izsm), e altri 15 indagati. Questa decisione giunge a seguito di tre intensi anni di indagini preliminari iniziate per fatti legati all’emergenza Covid-19.

Il comunicato diffuso dall’Izsm rende noto il verdetto del gip e ricorda che la Sezione II – Pubblica Amministrazione della Procura di Napoli, grazie al lavoro del Reparto Operativo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli, ha esaminato oltre 2000 pagine di documenti.

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Le indagini su Antonio Limone

La Procura aveva avviato accertamenti riguardo alle eventuali responsabilità nella gestione degli appalti legati all’emergenza pandemica. Limone, nella sua veste di direttore dell’Istituto Zooprofilattico, era indagato con l’accusa di turbativa d’asta, il peculato, e falso materiale. Le perquisizioni avevano coinvolto non solo l’Izsm ma anche gli uffici della struttura privata Ames di Casalnuovo, un centro polidiagnostico strumentale che l’Istituto zooprofilattico aveva coinvolto per l’analisi dei tamponi.

L’indagine si è concentrata sulla gestione degli appalti nell’ambito dell’emergenza scatenata dalla pandemia di COVID-19. Gli inquirenti hanno valutato attentamente eventuali irregolarità amministrative o penali legate a queste attività.

Tuttavia, il sostituto procuratore Simone de Roxas, responsabile delle indagini, ha concluso che una valutazione prognostica delle risultanze delle indagini non avrebbe fatto che propendere per una futura assoluzione di tutti gli indagati. Questo in quanto le prove raccolte non sembravano supportare l’accusa di reato, e pertanto, si è proceduto con l’archiviazione del procedimento.

Antonio Limone, difeso dagli avvocati Roberto Guida e Nello Pizza, ha costantemente sostenuto la piena correttezza della propria condotta e la sua estraneità alla vicenda.

La decisione del giudice rappresenta un passo significativo nel processo legale che si era aperto nell’aprile del 2021, quando Limone fu iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Napoli.

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