E’ napoletano, il nuovo Capo della Squadra Mobile di Napoli.
Alfredo Fabbrocini, 48 anni, laureato in giurisprudenza, barba lunga alla “Serpico”non ha mai prestato servizio a Napoli: prima di questo incarico, ufficializzato pochi giorni fa, è stato nello SCO (Servizio Centrale Operativo) e a capo della squadra mobile di importanti città come: Cagliari, Foggia e Bari.
Nel suo curriculum anche l’esperienza al reparto Prevenzione Crimine di Locri e Rosarno in Calabria.
Tra i suoi arresti spiccano quelli di Giuseppe Pacilli, “Peppe il montanaro”, della mafia del Gargano, e quello di Giuseppe Andrea Mastini, Johnny lo Zingaro.
La nomina del dottor Fabbrocini, a Capo della Squadra Mobile della terza città d’ Italia, è strategica per il nostro territorio.
Questo perché lui conosce molto bene quest’area geografica e il modo di pensare dei napoletani.
A Napoli dovrà affrontare la realtà della camorra, dei colletti bianchi, della miseria e dei casi più “disperati”, dove spesso il confine tra sistemi mafiosi e criminalità spicciola è molto sottile.
Sicuramente al poliziotto Fabbroccini, non mancherà il fiuto investigativo ne l’esperienza per adattare le strategie operative al contesto di Napoli.
Ma Fabbrocini non è soltanto un valido investigatore, ma anche un buon “attore”.
Il poliziotto napoletano, infatti, ha dato il volto e la voce ad un progetto di “mamma” Rai, dove è stato protagonista in “Commissari –sulle tracce del male” un programma nato da un’idea di Pino Rinaldi e che si è avvalso della collaborazione della Polizia di Stato.
Un racconto di indagini svolte da alcuni investigatori della Polizia su alcuni casi di cronaca giudiziaria che hanno segnato profondamente il loro lato umano. Delitti, omicidi e violenze avvenuti in diverse città italiane, risolti grazie al lavoro di un gruppo di esperti investigatori come Fabbrocini.