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venerdì, Maggio 17, 2024
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Ammazzato fuori ad una discoteca a Lloret de Mar, killer condannato a 23 anni di carcere

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Arriva dopo 6 anni la condanna effettiva a carico del ceceno Rassoul Bissoultnov, autore dell’omicidio di Niccolò Ciatti. I giudici della corte d’Assise di Roma hanno confermato la condanna a 23 anni di carcere in contrapposizione alla richiesta del pm che aveva proposto l’ergastolo.

Il rammarico per la pena

“Non capisco, c’è qualcosa che non va in questa giustizia”. Queste le dichiarazioni del padre di Niccolò, estremamente perplesso e sfiduciato dinnanzi alla strada adoperata dalla legge. Gli eventi ad oggi discussi fanno capo alla notte tra l’undici e il dodici agosto del 2017 quando fuori ad una discoteca di Lloret de Mar in Spagna il ceceno Rassuoul Bissoultanov uccise il 22enne di Scandicci (Firenze) Niccolò Ciatti. Dal primo momento i giudici, considerando che Bissoultanov era un latitante, avevano escluso aggravanti della crudeltà e dei futili motivi. Ulteriori motivazioni inerenti alla sentenza di Appello saranno depositate tra 60 giorni.

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La condanna per Rassoul Bissoultanov

Per l’omicidio compiuto nei confronti di Niccolò Ciatti, Rassoul Bissoultanov ha ricevuto una condanna di 23 anni di carcere. Prima che i giudici prendessero una decisione il procuratore generale Debora Landolfi e il pm Erminio Amelio avevano proposto come condanna l’ergastolo. Il ceceno si scagliò con furia cieca e immotivata verso Niccolò Ciatti dando inizio ad un pestaggio violento e disumano. Il giovane 22enne perse la vita a causa di un calcio alla testa.

Dopo gli accaduti Bissoultanov venne arrestato il 12 agosto 2017 in Spagna e poi rimesso in libertà dopo 3 anni e 10 mesi. Dopodiché lasciò Girona ma venne nuovamente arrestato in Germania su mandato di cattura internazionale per poi essere estradato in Italia. Nel 2021 ci sono nuovi sviluppi: La corte d’Assise di Roma lo rimette in libertà ma questo provvedimento viene annullato dalla Cassazione. Bissoultanov è poi ritornato in Spagna e ha fatto perdere le sue tracce.

Lo sfogo dl padre della vittima

“Questa giustizia non ci rappresenta affatto. Non riconoscere gli aggravanti è un errore da parte dei giudici e non è assolutamente un buon segnale. Abbiamo provato in ogni modo, ce l’abbiamo messa tutta per Niccolò con la speranza di dargli un minimo di giustizia che meriterebbe. Evidentemente c’è qualcosa che nn va in questa giustizia, mi riferisco sia a quella spagnola che a quella italiana. Non c’è un minimo di sensibilità e di empatia in queste leggi. Chi commette queste azioni deve pagare ma pare che qui non funzioni in questo modo. Mentre questo assassino è a piede libero e continua indisturbato la sua vita quella di Niccolò è interrotta per sempre. Non esiste giustizia terrena, ormai aspettiamo soltanto di raggiungere il nostro Niccolò”. Queste le parole del padre pronunciate con fatica e tra le lacrime.

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