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sabato, Aprile 20, 2024
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Blitz ad Arzano, il boss bloccò Internet a tutto il palazzo: una ragazzina non poteva seguire le lezioni

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Tanta la paura di poter essere intercettato e di incappare nelle maglie della giustizia da utilizzare un sofisticato sistema per isolare la rete Internet a tutto il palazzo. Era questo uno degli escamotage utilizzato dal boss di Arzano Pasquale Cristiano per evitare i controlli: e poco importa se una ragazzina, a causa dei controlli maniacali del boss, non potè seguire le lezioni in Dad (Didattica a distanza). Questo uno dei particolari emersi dalla maxi ordinanza che la settimana scorsa ha decapitatò i Monfregolo e appunto i Cristiano-Mormile, i gruppi criminali che si contendevano i controlli della cittadina alle porte di Napoli. Obiettivo delle lamentele di una donna Salvatore Petrillo, nipote appunto di Cristiano, poi ucciso in un agguato, redarguito a causa del sistema di jammer che avrebbe causato non poche problematiche ai residenti delle palazzine della 167:«Tu non puoi dare fastidio a tutto il palazzo specialmente a me che la bimba fa la videochiamata. Questo coso lo devi accendere dopo l’una se ti conviene». Una chiara dimostrazione delle cautele utilizzate dai ras di Arzano per evitare controlli delle forze dell’ordine.

L’articolo precedente: l’odio dei Monfregolo contro il cognato di Cristiano, Vincenzo Mormile

Un odio crescente. Montante. Tanto da innescare una guerra per procura che ha via via interessato altre città oltre ad Arzano. E’ la guerra dell’hinterland, quella dei Cristiano-Mormile contro i Monfregolo riportata nelle oltre trecento pagine che la settimana scorsa ha decapitato i gruppi alle porte di Napoli infliggendo la spallata finale alle ambizioni di chi era cresciuto all’ombra degli Scissionisti per poi ottenere sempre maggiore autonomia. Tra i punti più controversi il ruolo di Vincenzo Mormile, cognato di Pasquale Cristiano, e l’odio crescente dei Monfregolo verso il ras di Frattaminore colpevole, a detta loro, di fomentare tensioni con gli Amato-Pagano e di tramare per cacciarli via da Arzano.

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Le intercettazioni a casa di Monfregolo

Mariano Monfregolo, all’intemo dell’abitazione dei Monfregolo, commenta, con i suoi familiari, tra cui la madre alcuni provvedimenti contro i gruppi di Frattaminore facendo riferimento proprio a Mormile spiegando che quest’ultimo spera da tempo che anche loro finiscano ben presto nelle maglie della legge per poi prenderne il posto:«E arrestano a noi… ine., che pigliano il premio se arrestano a noi? Io credo che il premio non lo prendono …ine., il premio non lo avete…che si credono.. Vincenzo ..chi tiene …ine., poi ad Arzano non sono ben voluti… li hanno sempre schifati». In una successiva conversazione viene riportato un ‘consiglio’ rivolto da Giuseppe Monfregolo al fratello in cui gli chiede di non incontrarsi con il ras scissionista Salvatore Roselli ‘Frizione’ in quanto questi sarebbe risentito dei contatti avviati con i gruppi di Caivano.

L’odio contro Mormile accusato di fomentare l’odio con quelli di Melito

Per i Monfregolo dietro questi ‘pettegolezzi’ vi sarebbe sempre lui, Vincenzo Mormile:«Sono inciuci di quel femminiello di Vincenzo». Secondo Monfregolo, Mormile stava cercando di creare dissidi ed incomprensioni all’interno della famiglia e indebolire la sua leadership fedele al clan Amato-Pagano che per Monfregolo sono gli unici ad essersi interessati alla sua famiglia quando il fratello è stato arrestato:«Mo ti dico una cosa …tu…quando hanno arrestato a mio fratello…non vi siete nemmeno creati il problema di venire a dire…cosa è successo? che vi serve? Il giorno dopo, è venuto Melito qua…………dicendo “…oh frà…hanno arrestato a tuo fratello…stìamo sempre pure noi con voi… “… perchè quello si deve mettere in testa che non comanda Giuseppe e Pasquale solo… stanno altri tre dì loro. A me… “, io ho detto da sopra la mano ho detto vicino a questa gente ” …a me, vi ringrazio, non mi serve niente “.. e ci ho agevolato pure che stava con noi “… qua ci sono io, più c’è il cognato dell’amico mio Pasquale a Fratta…se serve una mano a lui gliela do’…se serve una mano a me, me la da ‘”…cosa che loro non hanno fatto… punto e basta».

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