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giovedì, Aprile 25, 2024
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Avvelenato dal collega di lavoro, Nicola beve l’acido messo nella bottiglia d’acqua

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Avvelenato con l’acido da una collega di lavoro: Nicola Altemura, 41 anni di Camaiore, vittima di tentato omicidio nel suo ufficio dell’Eni a Milano. Come riporta La Nazione l’ha scampata e adesso si trova nella sua casa milanese con gravi ustioni alla lingua. Conosciuto in città, stimato, fidanzato ed appassionato dell’arte dei tappetari, Nicola ha tenuto la città col fiato sospeso. Forse per gelosie o, quasi sicuramente, per disturbi psicologici di una collega di 52 anni, Elena Bisi, incensurata, Altemura ha rischiato di morire: se avesse ingerito l’acqua dalla bottiglietta sulla sua scrivania, per lui sarebbe stato fatale dato che conteneva una fiala di acido.

Nicola Altemura lavora da anni alla sede Eni di San Donato Milanese dopo aver studiato a Viareggio ed essersi laureato in economia aziendale a Pisa. Torna in città a trovare la famiglia durante le vacanze e per l’appuntamento fisso dei ‘Tappeti di segatura’: fa parte infatti del gruppo Greenway.

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Nel pomeriggio di martedì scorso la collega, avrebbe svuotato una fiala di acido cloridrico nella sua bottiglietta d’acqua. Altemura, percepito all’istante il cattivo sapore del liquido, ha subito sputato quel poco di acqua rimasta in bocca senza ingerirla. Sul posto è intervenuto il 118 che lo ha trasportato d’urgenza all’ospedale San Raffaele: tre giorni di prognosi. Sul posto sono immediatamente intervenuti i medici del 118, che hanno trasportato l’uomo all’ospedale San Raffaele in codice giallo. Ha riportato escoriazioni alle papille gustative ed è stato dimesso con tre giorni di prognosi. Se solo avesse ingoiato quel liquido, le conseguenze sarebbero potute essere drammatiche.

Nel frattempo, i carabinieri hanno ‘congelato’ la scena del reato, controllando cassetti, valigette e borse. In ufficio c’erano altri colleghi tra cui la donna. Che ha inizialmente finto di non avere le chiavi del cassetto, poi si è scoperto che nella borsa aveva una bottiglia di plastica vuota con una scritta con pennarello rosso «AA» e una siringa.

Su entrambi gli oggetti sequestrati le analisi di laboratorio hanno rivelato tracce dell’acido ingerito dall’uomo. La donna aveva già provato ad avvelenare un’altra giovane collega mesi fa: sul cellulare anche ricerche sui vari tipi di acido. Così come nell’agenda aveva preso appunti sulla soda caustica e l’acido muriatico. Per la donna, nubile e senza alcun precedente penale, si sono aperte le porte del carcere.

Per Nicola un sospiro di sollievo. “Mi sono accorto in tempo di cosa stava accadendo – ci racconta -. E’ stata davvero una brutta avventura, ma ora voglio tranquillizzare tutti. Sto bene”.

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