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sabato, Maggio 4, 2024
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Avvocato condannato a morte dal clan, arrestata una terza persona

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I militari della Compagnia Carabinieri di Torre Annunziata e del Nucleo Investigativo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di un indagato gravemente indiziato in ordine ai reati di tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, reati commessi con l’aggravante del metodo mafioso. Si tratta del 22enne Giovanni Vangone dell’omonimo gruppo oplontino.

L’attività di indagine, condotta dai Carabinieri e coordinata dalla D.D.A. partenopea, costituisce la prosecuzione delle investigazioni sul tentato omicidio dell’avvocato penalista Antonio Iorio, già culminate con il fermo di due soggetti indiziati di delitto il 27 aprile scorso, fermo convalidato dal giudice che ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere per il 43enne Luigi Di Napoli e il 18enne Cristian Gallo. Secondo quanto riscontrato da successive acquisizioni e dall’accurata rielaborazione delle informazioni già in possesso degli inquirenti, l’indagato avrebbe fattivamente collaborato con i due alla realizzazione del progetto omicidiario perpetrato nei confronti del legale oplontino. Per l’indagato è stata disposta la custodia cautelare in carcere.

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L’articolo precedente. “Non ci ha difeso bene, deve morire”, avvocato sotto scorta dopo le minacce della camorra: 2 arresti

La Direzione distrettuale antimafia ha deciso di emettere con urgenza due decreti di fermo nei confronti di un 43enne, considerato espoinente di spicco del clan Gallo-Limelli-Vangone di Boscotrecase; e un 18enne. I due secondo gli inquirenti, stavano progettando di uccidere l’avvocato penalista Antonio Iorio, 35enne di Torre Annunziata, “colpevole” di non aver svolto bene il suo lavoro nel difenderli.

I due, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, in più occasioni – tra il 23 e il 25 marzo scorsi – avrebbero pedinato l’avvocato, monitornado i suoi spostamenti da casa allo studio dove esercita. Il fermo è stato eseguito ieri, mercoledì 27 aprile, dai carabinieri; mentre all’avvocato Iorio è stata assegnata la scorta:

Avvocato sotto scorta perché il clan vuole ammazzarlo.

Tre appostamenti sotto casa e nei pressi dello studio professionale il 23, 24 e 25 marzo scorsi, una pistola pronta per l’utilizzo e l’agguato sventato dall’intervento dei carabinieri, prima dell’avvio della protezione. Da ieri mattina sono in carcere, accusati di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso, Luigi Di Napoli, 43 anni, ritenuto dagli inquirenti uno dei ras del clan Gallo-Limelli-Vangone di Boscotrecase; insieme a lui è stato fermato anche Cristian Gallo, 18 anni

Di Napoli e Gallo avrebbero pedinato l’avvocato tra la sua abitazione e il suo studio, in maniera tale da avere un quadro completo dei suoi spostamenti e mettere così in atto il piano criminale. Oltre al fermo dei due, eseguito ieri, mercoledì 27 aprile, dai carabinieri, all’avvocato Antonio Iorio è stata assegnata una scorta: il legale sarà così costretto a muoversi, tra casa e ufficio, scortato dalle forze dell’ordine.

Le motivazioni alla base delle minacce

Il movente è da rinvenirsi nella convinzione da parte di di Napoli Luigi che il professionista difendeva con più impegno altri componenti dello stesso gruppo camorristico (appartenenti alla diversa famiglia dei GALLO – Gallo Giuseppe, Gallo Antonio e Gallo Andrea), mettendo invece da parte e non impegnandosi allo stesso modo per la famiglia Di Napoli, legata in ogni caso ai Vangone di Boscotrecase in quanto Di Napoli Luigi è figliastro di Vangone Andrea, fratello minore di Vangone Rosaria, madre del Boss detenuto al 41 bis Gallo Giuseppe, a cui sembrerebbe quindi che i Di Napoli volessero soprassedere acquisendo il potere sul territorio. Questo è quanto emerge dal decreto di fermo emesso a carico di Di Napoli e Gallo.

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