Dovevano imporre il loro dominio e per farlo bisognava mandare ‘messaggi’ a chi non si allineava o dava protezione o appoggio ai nemici. Era questo il diktat imposto ai suoi dal ras Simone Sorianiello entrato ben presto in collisione con i Troncone di Fuorigrotta entrati nel suo obiettivo perchè ritenuti gli sponsor dei bagnolesi guidato da Massimiliano Esposito. È questo un altro significativo passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare (firmata dal gip Leda Rossetti) che ha portato ieri i carabinieri ad infliggere un duro colpo al clan della 99. A scatenare la furia di Sorianiello junior l’accusa mossa a Massimiliano Esposito di aver ceduto Agnano a Maurizio Legnante, ras di Pianura.
Sorianiello ospita in casa sua esponenti della mala di Bagnoli come Pasquale Quotidiano, storico esponente del clan D’Ausilio, che manifesta la disponibilità del suo gruppo ad agire contro il figli di Massimiliano Esposito: «Io sto qua per dire, il problema si è risolto, vogliamo scendere, voi vi togliete le soddisfazioni vo- stre, noi vogliamo partecipare con voi, proprio per dare dimostrazione che noi apparteniamo alla famiglia vostra, se vi fa piacere stanno i compagni miei e sto io».
L’unico problema è che il rampollo di Bagnoli è in quella fase ‘protetto’ dai Troncone di Fuorigrotta da qui la volontà di Sorianiello di mandare un ‘messaggio’ al gruppo guidato dal boss Vitale Troncone con una stesa di mezzi dinnanzi al suo bar ubicato in via Caio Duilio. Stesa ripresa dalle telecamere e ‘seguita’ in presa diretta dai carabinieri grazie ad uno spyware piazzato nel cellulare di uno dei ras. Dispositivo che registra le imprecazioni di un componente del commando contro il nipote sei Troncone, Andrea Merolla, rimasto poi vittima di un agguato. Uno degli indagati dice chiaramente:”Io scendevo, lo schiattavo la testa. Prendevo Andrea Merolla lo schiattavo la testa, a pistolette in fronte”
