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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Mediatore tra i narcos colombiani e la camorra di Napoli nord, chi è l’ex latitante Carbone

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Bruno Carbone è considerato uno dei più grandi narcotrafficanti del mondo. Infatti per anni avrebbe gestito il rapporto con i colombiani che rifornivano diversi clan di camorra: dai Nuvoletta ai Ciccarelli del Parco Verde di Caivano, fino ai clan del Rione Traiano. Oggi, però, il super-narcos è stato arrestato a Dubai dopo una latitanza iniziata nel 2003 quando venne condannato a 20 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti lungo la rotta Spagna-Napoli-Catania.

Dunque stamattina all’aeroporto di Ciampino, la Squadra Mobile, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Napoli e il G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Napoli hanno tratto in arresto il latitante Carbone. Il 45enne era destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia: Carbone è stato già giudicato e condannato in primo e secondo grado.

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Inoltre la polizia giudiziaria ha eseguito un ordine di esecuzione per la carcerazione per una pena di 20 anni di reclusione, emesso dalla Procura Generale di Catania a seguito di sentenza passata in giudicato per il delitto di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, nonché un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica – D.D.A., per associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.

LA FIGURA DI CARBONE E I CONTATTI CON LA CAMORRA

Una vasta operazione venne eseguita nell’aprile del 2018 dal Comando Provinciale di Napoli dei Carabinieri che eseguì provvedimenti cautelari emessi dal gip di Napoli su richiesta della locale Dda nei confronti di oltre 60 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di droga, intestazione fittizia di beni, impiego di denaro di provenienza illecita e riciclaggio, tutti reati aggravati da finalità mafiose.

Al centro dell’inchiesta c’era Carbone che avrebbe avuto un ruolo di broker per l’acquisto di cocaina attraverso contatti con un cartello colombiano. La droga veniva poi consegnata ad organizzazioni di trafficanti attive tra Marano, Bacoli, Marigliano, Castello di Cisterna, Parco Verde di Caivano e anche in città, al Rione Traiano.

IL FILO CON LA NDRANGHETA

Lo scorso ottobre una nuova ordinanza di custodia cautelare venne emessa contro Bruno Carbone e Raffaele Imperiale. I due super-narcos di origine napoletana sono finiti nel blitz della Procura di Reggio Calabria che ha complessivamente portato all’arresto di 36 persone, 34 in carcere e 2 ai domiciliari.

Entrambi hanno fatto affari con diversi clan della camorra sempre nell’ambito del narcotraffico. Il trafficante originario di Castellammare di Stabia è ritenuto un soggetto di rilievo criminale assoluto. L’organizzazione avrebbe assicurato la logistica del narcotraffico all’interno del porto di Gioia Tauro.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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