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martedì, Maggio 7, 2024
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Camorra a Napoli. Racket a Forcella, i boss dei Mazzarella rischiano la stangata

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Una stangata. Quella richiesta dalla Procura nei confronti dei capi del clan Mazzarella, Michele Mazzarella (figlio del boss Vincenzo e indicato come reggente del gruppo), Ciro Mazzarella e il loro cugino Salvatore Barile detto ‘Totoriello’. Il pubblico ministero della Dda Antonella Fratello ha richiesto complessivamente 52 anni di carcere per i tre, per Barile 19, 15 per Ciro Mazzarella e 18 per Michele. L’impianto accusatorio si basa soprattutto sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Giuliano ‘o russ poi divenuto pentito: Barile, in concorso con lo stesso Giuliano e Alessio Vicorito, risponde della tangente da 20-30mila euro che il 7 agosto 2020 avrebbe imposto a Salvatore Vitone, uno specialista nelle truffe commesse tramite carte di credito clonate molto ‘attivo’ nel centro di Napoli. Michele Mazzarella e Barile inoltre rispondono anche delle richieste estorsive avanzate nei confronti di uno spacciatore della Maddalena, minacciato dal clan per poter continuare a svolgere la propria attività. Secondo la Procura l’uomo, in un’occasione, avrebbe versato ai capi dei Mazzarella la somma di 10mila euro. I legali dei tre ras (Leopoldo Perone, Domenico Dello Iacono, Salvatore Impradice e Sergio Lino Morra) proveranno adesso a ridimensionare le accuse per i loro assistito. I tre inoltre, come ricostruito nelle carte dell’inchiesta, sarebbero stati anche prossimi ad una guerra contro l’Alleanza di Secondigliano.

La mancata convocazione e la scarcerazione di Patrizio Bosti

Dopo anni di tregua la situazione comincia a mutare nel maggio 2020 con l’imminente scarcerazione di Patrizio Bosti, pezzo da novanta dell’Alleanza di Secondigliano nonchè cognato del padrino Edoardo Contini. I Mazzarella non ricevono alcuna convocazione nè richiesta di incontro dalla controparte il che non fa che alimentare i dubbi di Ciro Mazzarella e Salvatore Barile sulle reali intenzioni di ‘o Patrizio. Lo stesso Ciro Mazzarella intercettato dice: “Solo a lui sta meglio di noi, a noi non ci ha mandato proprio a chiamare. La veritá è che io non tengo fiducia, io inc…. poi quando fate questa riunione inc… vuoi venire”. Quindi ritorna nuovamente a ragionare sull’intenzione da parte di Bosti di eliminare Barile e Ciro cerca di decifrare le strategie del Patrizio:”Questo in testa cosa tiene?”. Lo stesso Barile in un passaggio precedente conferma:“Vuole uccidermi, sono vent’anni che vuole uccidermi”.

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I dubbi di Barile e il no di Ciro Mazzarella ad un possibile incontro con Bosti

Mazzarella, in attesa della scarcerazione di Bosti, dice quindi che bisogna organizzarsi ed agire con una risolutezza tale che “non devono fiatare. Tu lo sai, io sono uno che va sempre piano piano..però non devono fiatare”. A questo punto Barile riflette sul fatto che ‘o Patrizio quando verrà scarcerato se non vorrà incontrarli “Significa che tutti i discorsi che abbiamo fatto Carmine e Gennaro… non ci sta bene, ma …nemmeno una virgola e li ha buttati nel cesso”, ossia, Bosti cancellerebbe tutti gli accordi che avevano permesso fino a quel momento di tenere un certo equilibrio in città tra i due clan mantenendo una tregua costante anche grazie anche agli incontri che venivano pianificati per la risoluzione di contrasti sul territorio. Di contro, lo stesso Barile avanza l’ipotesi che se Bosti avesse richiesto l’incontro, questo poteva significare che “O vuole portare avanti i discorsi o ci vuole uccidere all’appuntamento… sono due fasi 50 e 50”. Dal tenore delle intercettazioni si evince che Barile vorrebbe avere un faccia a faccia con Bosti. Sul punto però Ciro Mazzarella non concorda e gli fornisce anche il motivo, ossia che Bosti, avendo l’esperienza dei cognati, ossia Edoardo Contini e Francesco Mallardo: ”Non ti fa tornare più indietro..non è o tipo Patrizio che si litiga (inc.) Patrizio vai là ti da l’appuntamento, vai là.. e ti “strafoga”.. e ti fa scomparire…”, quindi invita il cugino ad essere preparato e soprattutto lo invita ad avere una reazione fulminea tale che la controparte non deve neppure avere il tempo di “ciatare”. Il problema rimane e Barile se lo pone cercando anche di trovare una soluzione con il supporto del cugino.

Infatti si chiede come devono muoversi nel caso giunga loro un invito da parte dei Bosti una volta scarcerato. Mazzarella non sembra avere dubbi in merito e fornisce una risposta perentoria: “E chi ci va?” ma per Barile questa non è una strada percorribile in quanto Bosti, nel caso le voci sulla sua volontà di ucciderlo non fossero fondate, potrebbe offendersi. Mazzarella però è inamovibile dicendo al cugino che in quell’eventualità andrebbe a far visita ad un ‘mostro’. Conversazioni che mostrano dunque lo stato di tensione tra i due gruppi negli ultimi anni.

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