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venerdì, Maggio 3, 2024
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Campi Flegrei tra scosse e paura, il ministro Musumeci: “Stiamo pensando a un piano di evacuazione”

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Dopo i due sciami sismici nelle notti tra il 26 e 27 settembre e tra il 28 e 29 settembre, la paura ha iniziato a farsi largo velocemente tra i residenti della zona, trasformandosi in una vera e propria psicosi. Il ministro della Protezione Civile e della Difesa del mare, Nello Musumeci, ha annunciato che sta lavorando alla realizzazione di una legge ad hoc. Si lavora, per la precisione, su due fronti: quello della ricerca, che con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia continua a raccogliere dati che permettono di capire quanto sia attivo il sottosuolo e quale sia il comportamento del vulcano, e quello della gestione di un’area così complessa, con la necessità di predisporre un provvedimento di legge, con procedure semplificate, in caso di emergenza.

“Sottoporrò il provvedimento al Cdm entro alcune settimane”, ha garantito Musumeci al termine di un incontro dedicato a una prima analisi delle misure urgenti di prevenzione da adottare.

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Campi Flegrei, Musumeci: “Gli interventi andavano fatti 30-40 anni fa, bisogna mettersi subito all’opera”

Per la zona dei Campi Flegrei “stiamo anche pensando ad un piano di evacuazione, tenuto conto del reticolo stradale di un’area di mezzo milione di abitanti fortemente antropizzata”, ha spiegato Musumeci a margine del raduno interregionale di Protezione Civile del Nord Italia che si tiene a Milano nella sede della Regione Lombardia.
“Questi interventi andavano fatto 30, 40 anni fa ma è inutile piangere sul latte versato, dobbiamo metterci subito all’opera”, ha inoltre aggiunto.

Due scenari possibili: il peggiore quello dell’eruzione

Sono due i possibili scenari relativi all’evoluzione della situazione dei Campi Flegrei: il migliore è che la crisi di bradisismo in corso arrivi al termine, come era accaduto per quella del 1983-84. Due anni di scosse e poi la calma. Il peggiore è un’eruzione simile a quella del 1538, che ha distrutto il villaggio medievale di Tripergole e ha portato alla nascita del Vulcano Nuovo. A sostenerlo è il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni, che oggi ha illustrati i due possibili scenari davanti alla Commissione Ambiente della Camera.

“È un’evoluzione che non conosciamo e che monitoriamo”, ha detto Doglioni. “Lo scenario meno critico è una situazione analoga alla crisi del 1982-84, una crisi bradisismica che è durata 2 anni poi si è fermata”, mentre “lo scenario più critico è un’eruzione come quella del Monte Nuovo”, del 1538, la più recente delle oltre 70 eruzioni esplosive avvenute nei Campi Flegrei.

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