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mercoledì, Maggio 22, 2024
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Casse di champagne ‘in regalo’ ai commercianti, così il clan voleva chiedere il pizzo a Secondigliano: il piano saltò

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Una cimice all’interno dell’auto di Raffaele Rispoli ha svelato il sistema delle estorsioni portato avanti a Secondigliano. Un quartiere che fino a poco tempo prima i Di Lauro avevano deciso di non toccare, lasciando stare i piccoli commercianti. Ad essere taglieggiati erano infatti solo le grandi imprese. Ma quando Vincenzo di Lauro ha deciso di trasformarsi da camorrista ad imprenditore, ha ripreso anche il fenomeno delle estorsioni. Ad occuparsene, tra gli altri, c’era Raffaele Rispoli. Il racket avveniva attraverso la consegna di casse di champagne contraffatto, al fine di “costringere” i commercianti a consegnare denaro per ringraziarli del “dono”. Ciò in previsione dell’imminente ricorrenza delle festività natalizie. Nel corso del monitoraggio sul veicolo di Rispoli è stato intercettato un colloquio nel corso del quale l’affiliato rivela alla donna l’intenzione della sua organizzazione di sfruttare il periodo natalizio ed obbligare i commercianti del quartiere a versare un “obolo”, secondo le loro possibilità, a fronte della consegna di una cassa di champagne contraffatto. Nello specifico Rispoli racconta di aver acquistato 1.000 casse di champagne che vorrebbe regalare ai commercianti del quartiere per ricevere in cambio quello che definisce “il gettone”.

Spiega che si tratterebbe di un regalo da parte “loro”, sottintendendo l’organizzazione di cui è parte integrante, in occasione del Natale. Inizialmente si sofferma su di un incontro avuto con tale “Ciccio”, il quale gli avrebbe proposto di occuparsi con lui dell’apposizione delle cosiddette “luci di Natale” presso i vari esercizi commerciali presenti sul territorio, di cui, lo stesso Rispoli afferma di essersene “fatto carico” lo scorso anno: “mettemmo noi le luci per Secondigliano”. Rispoli aggiunge di aver rifiutato la proposta a causa dell’impossibilità di pianificare una tale attività in così breve tempo, sottolineando che si sarebbero dovuti muovere con maggior anticipo per portare a termine il progetto. E per quest’anno, afferma ridendo, non ci saranno luci di Natale per i commercianti.

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Nel corso del colloquio avvenuto il 30 novembre 2020 i due discutono e pianificano a lungo il progetto, che, a parer loro, rappresenterebbe un’occasione imperdibile, visto l’avvicinarsi del Natale. L’intenzione sarebbe quella di fare il giro dei commercianti, di consegnare una o più casse di champagne, a seconda del tipo e dell’importanza dell’attività commerciale, e di chiedere, come lo stesso Rispoli afferma, un “regalo a piacere”: “qua c’è un pensierino … a piacere … hai capito? Come minimo … il più scemo … ci mette due-trecento euro nella busta”.

I due si soffermano sulla possibilità di ottenere un guadagno totale di almeno 15.000 euro e che non dovrebbero lasciarsi scappare quest’opportunità. C’è però un problema che sembra frenare l’impeto dei due, e la volontà di mettere immediatamente in campo il meccanismo di riscossione. L’intoppo potrebbe essere rappresentato da un affiliato  che appare come il riscossore per i gruppi criminali locali, il quale potrebbe dissentire ed arrogarsi ogni diritto a svolgere questo tipo di attività, ma anche essere d’accordo a spartire gli introiti. Scoglio ancor più grande sembra essere quello dei Di Lauro, Vincenzo e Antonio, che potrebbero non condividere l’attuazione del loro progetto. E per questo chiedono l’autorizzazione a muoversi. I due sono però convinti della bontà del loro proposito, che agli occhi dei negozianti sembrerebbe addirittura un atto di riguardo del clan nei loro confronti, piuttosto che un’estorsione.

Tale progetto però non si sarebbe realizzato, sia per la contrarietà del clan, che a causa del ritrovamento della microspia, pochi giorni dopo le intercettazioni che disvelano i loro programmi (1° dicembre 2020), da parte di Rispoli Raffaele, a bordo della sua vettura, che ne compromise evidentemente la realizzazione, poiché il soggetto si era reso conto della possibilità, piuttosto certa, che i suoi colloqui erano stati intercettati ed i suoi intendimenti compresi.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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