Ora dopo ora si sta componendo il puzzle dell’orrenda morte di Giulia, la piccola di nove mesi deceduta in seguito alle ferite riportate nella notte tra sabato e domenica ad Acerra. Il papà Vincenzo Loffredo, che era in casa con lei, aveva prima riferito che la figlia fosse stata aggredita da un cane randagio, salvo poi successivamente riferire che il responsabile sarebbe stato il pitbull Tyson. L’imponente cane ed un meticcio sono stati trovati all’interno della casa popolare, dove Loffredo viveva insieme alla sua compagna, assente al momento della tragedia (era a lavoro).
I due animali vivevano in casa con i Loffredo ed erano liberi di girare per l’appartamento nonostante la presenza della neonata. Quest’ultima, secondo quanto dichiarato dal papà, si era addormentata nel letto matrimoniale intorno alle 10, dove si sarebbe appisolato lo stesso genitore. Un sonno profondo, tanto da impedirgli di rendersi conto di cosa sarebbe avvenuto presumibilmente poco prima della mezzanotte.
Quando l’uomo si è risvegliato non ha, infatti, trovato accanto a se la bimba, che giaceva in terra in una pozza di sangue con evidenti segni sulle braccine ed al volto. Per la piccola, nonostante il disperato arrivo all’ospedale Villa dei Fiori, non c’è stato nulla da fare. Una volta sentito Loffredo, le indagini si sono concentrate sul pitbull, che insieme al meticcio (Laika), è stato affidato al personale veterinario dell’Asl Na2 Nord.
I primi esami svolti sulle mandibile di Tyson non hanno però evidenziato la presenza di dna della piccola, il che non esclude però il coinvolgimento del cane, anzi. Non è escluso, infatti, che l’animale abbia potuto eliminarle, semplicemente bevendo nelle ore successive alla tragedia. Saranno, infatti, le analisi delle feci del cani ad affermare con precisione il coinvolgimento diretto del pitbull nell’omicidio. Ad analoghi esami è stato sottoposto anche il meticcio sul pelo del quale è stato ritrovato il sangue della neanata: probabile però che Laika si sia macchiata di sangue sfregando il pavimento.
All’esame autoptico è stato sottoposto, invece, il corpicino della piccola, dove sono stati trovati segni compatibili con morsi di un cane, che avrebbero leso organi vitali e comunque originato un’emorragia a cui i medici non hanno potuto porre rimedio.
Non sono, infine, ancora noti i risultati del dna ritrovato sulle braccine e sul volto di Giulia. Il dna trovato sul corpo della neonata e quello estratto dalle feci degli animali svelerà con assoluta certezza il nome del cane responsabile di questa orrenda tragedia.