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martedì, Aprile 16, 2024
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«Cicchetto e cannetta, stop a questa roulette russa»: la lettera di un papà dopo la morte di Nico

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Rabbia, dolore e disperazione ma anche profonda riflessione, la morte di Nicola Marra ha sconvolto e messo a pensare un po’ tutti.

LA LETTERA

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“E allora? E allora non possiamo rassegnarci ad assistere a questa roulette russa, che mette a rischio ogni sera la vita dei ragazzi. Perché ogni sera sono esposti allo stesso rischio, ma non abbiamo soluzioni”. Inizia così la lettera di un padre, Luigi Tuccillo, in prima pagina sul Mattino. L’uomo affronta la vicenda ed il giallo del giovane napoletano di 21 anni scomparso dopo una serata trascorsa in compagnia di amici in una discoteca di Positano e ritrovato morto dopo ore di ricerche in un vallone a poca distanza dal centro abitato. L’uomo continua la lettera:

Presto si chiariranno anche le cause immediate della morte di questo ragazzo, ma non ci saranno risposte alle nostre domande. Aveva bevuto un po’ troppo? Lo fanno tutti i nostri figli. L’open bar è la condizione perché ogni festa possa riuscire, il cicchetto coinvolge tutti, bere suscita allegria, non partecipare alla euforia da alcool qualifica un ragazzo come uno sfigato ed una ragazza come una monaca. Non c’è via di uscita. Era confuso per aver fumato? Lo stesso vale per una cannetta, anche solo una, tanto non fa male, pensano loro, e serve soltanto a predisporre al divertimento.
E allora? Poco o nulla da aggiungere; i nostri bravi ed irreprensibili ragazzi lasciano i libri, anestetizzano il buon senso, si travestono, mai prima di mezzanotte, i maschi in jeans e camicia bianca, le femmine, in ogni stagione, in fatali copricostume su trampoli da circo equestre e vanno al raduno nella notte leggera e profonda, senza pregiudizi, né preclusioni, senza pensare a come e con chi andare e tantomeno a come e con chi tornare. Nessuno li può fermare; non c’è raccomandazione che tenga, non c’è impedimento che regga, non c’è privazione economica che li scoraggi. Non ci stanchiamo di parlargli, ogni sera, mentre assistiamo già assonnati alla loro uscita da casa, ma ogni richiamo al buonsenso è retorica, ogni presa di posizione è un muro che impedisce il dialogo, ogni minaccia di punizione è una certezza di indulto. Ci resta, per sperare che qualcosa cambi e che un giorno escano per divertirsi a ballare senza sballo. Ci resta soltanto l’esempio e l’amara favola di Nico, il ricordo della tragica fine del meraviglioso amico, uno di loro” conclude l’uomo.

 

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