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martedì, Maggio 7, 2024
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Scarcerazioni e arresti eccellenti, cambiano gli assetti nel clan Mallardo

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Scarcerazioni eccellenti e arresti eclatanti. Cambiano ancora gli assetti all’interno del clan Mallardo. La cosca di Giugliano, a seguito dei provvedimenti della magistratura, ha subito mutamenti. L’ultima scarcerazione eccellente è quella di Giuseppe Ciccarelli, ras ritenuto dagli inquirenti uno dei reggenti nel territorio della fascia costiera. Ciccarelli (difeso dagli avvocati Paolo Trofino e Marco Sepe)
ha ottenuto l’obbligo di dimora fuori dalla regione Campania.

Ciccarelli è stato condannato a 10 anni e 8 mesi di reclusione nel processo d’Appello con rito Abbreviato. ‘Grande Malato’ che vedeva alla sbarra diversi imputati coinvolti nell’operazione eseguita contro il clan Mallardo nel gennaio 2015. Tra i reati contestati a vario titolo c’erano associazione di stampo mafioso, estorsione, truffa, ricettazione, violenza privata, minaccia, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria, turbativa d’asta. Nel mirino degli uomini del Gico, Gruppo investigazione criminalità organizzata, l’ala “militare” del clan, che per gli inquirenti era capeggiata da Vincenzo D’Alterio, Giuseppe Ciccarelli e Giuliano Pianese (quest’ultimo formalmente dipendente della Asl Napoli 2 Nord), che, “mediante l’intimidazione mafiosa, avrebbero controllato il territorio sulla fascia costiera dell’area settentrionale di Napoli (Varcaturo, Lago Patria e Licola)”.

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Qualche settimana fa è stata la volta di  Domenico Pirozzi, alias Mimì ‘O pesante, condannato con l’accusa di appartenere alla banda del buco che terrorizzò Giugliano con rapine. Lo scorso ottobre fu condannato in Appello dala V Sez. del Tribunale di Napoli. L’operazione fu eseguita dai carabinieri del Noe di Roma.

E’ finito invece in carcere Stefano Cecere, accusato di aver fatto parte del commando di morte che ha ammazzato l’imprenditore Aldo Autuori nel Salernitano.

E’ stata pubblicata la nuova relazione della Dia relativa al primo semestre del 2018.

“Per quanto riguarda il territorio dell’area giuglianese, l’Antimafia scrive: “A Giugliano in Campania si conferma la radicata presenza dello storico clan MALLARDO, nonostante l’assenza sul territorio dei capi, tutti detenuti. Il 1° giugno 2018, i Carabinieri hanno arrestato il cognato di un elemento di vertice dei MALLARDO, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso il 30 maggio 2018 dal Tribunale di Napoli Nord. Il sodalizio è collegato ai gruppi CONTINI e BOSTI, dei quartieri Vasto-Arenaccia di Napoli, al clan casertano BIDOGNETTI, con proiezioni in diverse parti del territorio nazionale.
Un tentativo di rendersi autonoma rispetto ai MALLARDO è stato posto in essere dalla famiglia DI BIASE, attiva nelle zone delle c.d. “Palazzine” di Giugliano in Campania, che gestiva la vendita di sostanze stupefacenti nonostante il veto dei MALLARDO. L’iniziativa – stando a quanto si evince dall’indagine dell’Arma dei carabinieri conclusa il 9 aprile 2018 con l’esecuzione di una misura cautelare – potrebbe aver determinato gli attentati
diretti proprio agli affiliati ai DI BIASE”. 

“Un sequestro preventivo, eseguito nel giugno 2017 (Decr. seq. prev. n. 17785/14 PM, datato 12 maggio 2017, GIP del Tribunale di Napoli), di alberghi gestiti da esponenti del clan MALLARDO di Giugliano in Campania (NA), ha evidenziato investimenti del suddetto sodalizio oltreché nel suo territorio d’origine nell’hinterland casertano (ove opera d’intesa con il cartello dei CASALESI) ed in Veneto: in particolare a Verona, dove è stato individuato un albergo, ubicato nei pressi della stazione ferroviaria, gestito da una società che fa capo al clan”

Indagini pregresse hanno, tra l’altro, accertato la presenza di ramificazioni di organizzazioni camorristiche – i clan napoletani LICCIARDI, CONTINI, MALLARDO e DI LAURO, nonché quello, originario del casertano, dei CASALESI, – in particolare presso i centri della costa marittima di Trieste e Monfalcone (GO), nonché a Lignano Sabbiadoro (UD).Negli anni, nella provincia di Latina le indagini hanno fatto registrare la presenza, soprattutto sul litorale, dei gruppi campani riferiti ai BARDELLINO, ai BIDOGNETTI, ai GIULIANO, ai MALLARDO ed ai LICCIARDI. Investimenti nella Capitale son stati operati anche dal clan MALLARDO, come emerso dall’operazione “Arcobaleno”

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