«Il mio errore più grande è stato la dipendenza dalla droga, ma anche quella dal successo. Entrambe ti divorano», confessa Clementino con una lucidità nuova. Il rapper napoletano, oggi 42enne, ha raccontato, nel corso di un’intervista rilasciata a Il Messaggero, il suo percorso di caduta e risalita dopo anni segnati da eccessi, sbandamenti e autoannullamento.
Dopo aver conquistato i palchi e la fama, Clementino ha iniziato a perdere il controllo: «Mi sono ritrovato con tutto: palchi, collane, magliette giuste… ma dentro ero vuoto. Voler avere tutto, soprattutto cose inutili, ti rovina». Quel vuoto, racconta, lo ha portato a rifugiarsi nelle sostanze e a vivere “dieci anni di fuoco”.
Ma il punto di svolta è arrivato con un cambiamento radicale: un lungo lavoro su di sé, che ha incluso analisi, meditazione, letture e viaggi solitari. «La meditazione mi ha salvato: mi ha insegnato a togliere il superfluo e a tornare all’essenza. Ho imparato a respirare, a stare fermo, ad ascoltarmi».
Un percorso di guarigione che oggi lo porta a dire: «Non è più Clementino a guidare, ma Clemente. Se non ti conosci, non puoi raccontarti. Ora sto molto meglio». Il nuovo album Grande Anima ne è la dimostrazione: non è più solo musica, è trasformazione personale in forma sonora.
Nel suo racconto, Clementino non cerca giustificazioni: «Ho buttato tanti soldi, soprattutto con la droga. Ma va bene così. Era parte del mio percorso. Ora li spendo per viaggiare, scrivere, fare musica vera. È tempo di restituire, non più di distruggere».
Il suo messaggio, oggi, è chiaro: la guarigione è possibile, ma serve coraggio, silenzio e verità. E soprattutto serve mettersi davanti come persona, non come personaggio.