I grandi marchi internazionali scappano dalla Russia. Dopo la fuga di Ikea, lo stop ai servizi Apple, Mastercard e Visa, anche altre multinazionali come Coca Cola, Pepsi, McDonald’s e Starbucks lasciano il Paese di Putin. Un impatto notevole per tutti i punti vendita, per i 62mila dipendenti, con una cessazione delle attività a tempo di fatto indeterminato, per ora.
Il colosso Coca Cola commenta così: ”I nostri cuori sono vicini alle persone che stanno subendo gli effetti inconcepibili di questi tragici eventi in Ucraina”. ”Continueremo a monitorare e valutare la situazione – si legge – man mano che le circostanze si evolvono”.
E Pepsi: ”La Pepsi-Cola è entrata nel mercato al culmine della Guerra Fredda e ha contribuito a creare un terreno comune tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Tuttavia, visti gli orribili eventi accaduti in Ucraina, annunciamo la sospensione della vendita di Pepsi-Cola e dei nostri marchi globali di bevande in Russia, tra cui 7Up e Mirinda. Sospenderemo inoltre gli investimenti di capitale e tutte le attività pubblicitarie e promozionali in Russia”.
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Uno zainetto rosso sulle spalle, cappellino nerazzurro in testa e sul dorso della mano un numero di telefono. Quando è arrivato al confine ha mostrato la busta di plastica che aveva con sé e al cui interno c’era il suo passaporto.
È la storia di un ragazzino di 11 anni riuscito ad arrivare da Zaporizhzhia, dove qualche giorno fa era stata attaccata la centrale nucleare, fino alla Slovacchia. Imbacuccato nel giacchetto blu e la sciarpa lilla, il bambino ha lasciato i genitori ed è arrivato da solo al confine, percorrendo circa 1200 km. A raccontare l’episodio è lo stesso ministero dell’Interno slovacco sul proprio profilo Facebook. “I volontari – si legge – si sono volentieri presi cura di lui, lo hanno portato al caldo e gli hanno fornito cibo e bevande”. Ha conquistato tutti con il suo sorriso “senza paura e con la determinazione degni di un vero eroe”. Dopo averlo accolto, i volontari hanno composto il numero di telefono mettendolo in contatto con i “suoi cari che sono venuti a prenderlo”, nel più classico dei lieto fini.