“Se arriva una impennata, o una variante che faccia sbalzare l’Rt, allora ci troveremo facilmente in zona rossa o con misure più restrittive”. Quello che potrebbe accadere dopo il sei gennaio, Conte lo spiegò nell’ultima intervista a “Porta a Porta” dove annuncia la prospettiva di tornare alla divisione per fasce di colore.
“Se gli esperti ci dicono che la probabilità di una terza ondata a gennaio è concreta, non ci penso due volte a introdurre e rafforzare la rete di protezione». Anche perché, sostiene il Premier, “lasciando correre impatteremo su una impennata» della pandemia Covid”.
Con il rafforzamento della “cintura di protezione” – proseguì Conte– a gennaio potremo “dosare le misure solo dove necessario tra zona gialla, arancione e rossa”. Sulla possibilità di rendere obbligatorio il vaccino, il Presidente del Consiglio si muove con cautela. “Esiste il principio di autodeterminazione per cui qualsiasi trattamento deve essere volontario. Noi – precisa – adesso facciamo partire il piano: se dovessimo scoprire che la popolazione non si sottopone sarà un problema e allora lo si dovrà affrontare”. Il ministero della Salute ha già stimato un primo impatto positivo in 10-15 milioni di vaccinati. La previsione del premier è che sia possibile arrivarci ad aprile.