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sabato, Aprile 27, 2024
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La Corea del Nord lancia un missile intercontinentale, è caduto vicino al Giappone 

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La Corea Del Nord ha lanciato un missile balistico intercontinentale, l’ordigno ha volato per 71 minuti prima di piombare nella zona economica esclusiva del Giappone. Ad annunciarlo è stata la Corea del Sud, il missile lanciato è il primo dal 2017 e pare essere il più grande al mondo. 

Il missile lanciato nel mare del Giappone 

Il nordcoreano Kim Jong-un ha riacceso la paura lanciando un missile che si è innalzato per 6.200 chilometri e ha volato per 71 minuti prima di cadere nella zona economica del Giappone. Il missile è piombato in mare dopo 1.100 chilometri di volo a circa 170 chilometri lontano dalla costa del paese del sol levante. La difesa di Tokyo sostiene che il missile lanciato sia un ICBM (Intercontenintal Balistic Missile) il più potente mai provato dai Nordcoreani, a quanto pare. In Corea del Nord vige uno stato politico molto complesso. Il suo presidente Kim Jong-un è una delle personalità che fa più timore nella scena geopolitica odierna. E’ molto difficile comunicare all’interno del paese e anche le notizie che arrivano potrebbero essere “filtrate”. Una dittatura del pensiero che procede ormai da anni.

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Le analisi svolte da Tokyo sono state confermate sa Seoul che, dopo il lancio, ha convocato una riunione del Consiglio di sicurezza. Dal consiglio la Corea Del Sud fa sapere che il governo ha ordinato una reazione dimostrativa lanciando missili balistici e tattici (guidati in volo) verso il mare. La Core Del Sud dichiara di essere “pronta e capace di effettuare strike di precisione contro i siti degli ordigni nordcoreani e i loro sistemi di comando e controllo , in caso di necessità.

Gli ordigni nordcoreani 

Chad O’Carroll, esperto di “NK News“, sito web americano che fornisce notizie sulla Corea de Nord, ha reso noti i suoi calcoli a seguito del lancio. Secondo l’esperto il raggio d’azione del missile potrebbe raggiungere i 15.000 chilometri mettendo a rischio qualsiasi città degli Stati Uniti. Teorie che provengono dall’osservazione del lancio, calcolate attravesro la traiettoria di lancio, la velocità e la lontananza di caduta. Secondo queste prime rivelazioni il missile potrebbe essere stato il primo Hwasong-17, uno dei grandi “vanti” di una vecchia parata nordcoreana.

Nell’Ottobre del 2020, durante una parata a Pyongyang, il pericolosissimo e disumano “gioiello” di Kim Jong-un aveva fatto la sua prima apparizione. L’Hwasong-17 che ha sfilato quella sera era collocato su un’imponete veicolo di trasporto a 11 assi. Dalle immagini gli esperti occidentali valutarono che quello fosse il missile mobile più grande dell’arsenale mondiale. “Peso stimato 110 tonnellate, più altre 100 di propellente liquido, più il peso del veicolo TEL (trasporto, elevazione e lancio)” questi i dati stimati.

Per capire la “grandezza” di questo ordigno basta pensare alla sua complessità nel trasporto. Il veicolo che lo regge infatti non può attraversare “tutte le strade”, servono strade rafforzate per leggerne il peso. Non si può nascondere in campagna, serve tempo per prepararlo al lancio, motivo per cui durante la preparazione potrebbe essere individuato e neutralizzato con strike preventivi. Talmente complesso da muovere che sembra una pazzia averlo costruito, ma il messaggio dei Nord Coreani sembra voler trasparire proprio dalla “grandezza”. Gli specialisti sostengono che le intenzioni del presidente della Nord Corea siano proprio di dire agli americani “abbiamo questo nuovo ordigno, abbiate paura“.

Le mosse di Kim Jong-un

I calcoli non rincuorano il paese a stelle e a strisce, nel caso servirebbero, per neutralizzarlo, tra i 12 e i 16 intercettori e un miliardo di dollari per contrastare un solo missile. Già l’ultimo ordigno lanciato prima di questo, un Hwasong-15, il 29 novembre 2017 avrebbe potuto raggiungere gli Stati Uniti. Era l’epoca in cui Donal Trump prometteva di sconfiggere Kim Jong-un con fuoco e fiamme, da li iniziarono dei trattati, rivelatosi poi fallimentari. Il non-riuscito summit di Hanoi nel febbraio del 2019 è l’ultimo tentativo da li il trattato si arenò definitivamente.

Con l’arrivo di Joe Biden la Nord Corea è passata in secondo piano. Il presidente ha dato attenzione alla Cina, altro grande scoglio per il paese. Alla Cina si è poi aggiunto l’altro grande colosso di stampo comunista: la Russia di Putin e i suoi tristissimi piani d’invadere l’Ucraina. Lo scorso gennaio il presidente nordcoreano aveva dichiarato che non era più legato alla moratoria annunciata nel 2018. Tra il 5 gennaio e la fine di febbraio sono stati effettuati 10 test missilistici. L’ultimo lancio, il più “grande”, preoccupa in una ripresa dei test nucleari. Attorno il poligono di Punggye-ri, poligono nucleare, sono state registrate attività dai satelliti. Il poligono era stato disattivato nel 2018 in un gesto di “buona volontà” di Kim Jong-u

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