Il Covid ha un indice di infettività R0 che va da 12 a 15. Come il morbillo. E con numeri del genere, non c’è nessuna misura di contenimento efficace. Dunque, tanto vale non adottarle. Lo dice Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di microbiologia molecolare all’università di Padova, sulle restrizioni legate al Covid in un’intervista a ‘La Stampa‘.
Le parole di Crisanti
Stando alle parole di Crisanti, bisogna vaccinare quante più persone possibili. «La priorità rimane sempre di proteggere i vulnerabili. Che, anche se vaccinati, vulnerabili rimangono. Infatti tutte le centinaia di morti che contiamo ogni giorno sono persone vaccinate ma fragili». Poi continua spiegando che l’aumento delle dosi «non cambia moltissimo la situazione – dice a Fabio Dragoni – Se fragile sei, fragile rimani. Se sei in età da lavoro, devi poter fare il lavoro agile in remoto. Se sei pensionato e soprattutto indigente devi essere economicamente sostenuto. Chi ti viene ad assistere per fare da badante deve farsi il tampone ogni volta che ti viene a trovare. Questo è il motivo per cui a metà gennaio dissi: ‘Liberalizziamo tutto adesso’. Abbiamo invece aspettato tre mesi – osserva – Esattamente il periodo in cui l’immunità della vaccinazione e della guarigione inizia a diminuire. E infatti abbiamo l’aumento dei casi. Lo dissi chiaro. Più aspettiamo e più diventiamo suscettibili. Matematico».