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venerdì, Maggio 3, 2024
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Dramma dopo il pasto in carcere, muore detenuto di Napoli

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Ieri un detenuto napoletano è morto nel carcere di Benevento. Il dramma sarebbe avvenuto dopo la consegna del pasto, quando il 51enne avrebbe accusato un malore fatale. L’uomo era stato trasferito da qualche mese della casa circondariale di contrada Capodimonte. Dopo il sopralluogo del pm e del medico legale, la salma è stata trasportata presso l’obitorio del San Pio, lì nei prossimi giorni sarà sottoposta ad autopsia.

TRAGEDIA A POGGIOREALE

Venerdì mattina Saihia Tarak è morto nel carcere di Poggioreale. La denuncia dell’accaduto è stata resa nota da Samuele Ciambriello, Garante dei detenuti della Campania. “A prescindere dal fatto se aveva o no problemi di salute, la sua salma è stata portata al Policlinico per l’autopsia per verificare le cause del decesso. R. I. P.🌹Si continua a morire in carcere e di carcere“.

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Detenuto morto d’infarto a Poggioreale, due medici indagati

La Procura di Napoli ha concluso le indagini sulla morte di Luigi Perrone, il detenuto di 56 anni deceduto il 18 settembre 2022 a causa di un infarto in una cella del reparto Livorno del carcere napoletano di Poggioreale. Il sostituto procuratore Francesca Falconi ha inviato un avviso di chiusura indagine ai due medici del carcere che erano in servizio il 17 e il 18 settembre di quell’anno, contestando a entrambi l’omicidio colposo.

Secondo quanto emerso dalla consulenza, redatta dai tre consulenti nominati dagli inquirenti, i due medici non si sarebbero accorti che Perrone aveva un infarto in corso, sebbene ne stesse manifestando tutti i sintomi.

I due medici, la notte tra il 17 e il 18 settembre e la giornata del 18 settembre si limitarono a somministrare al detenuto dei farmaci per tenere sotto controllo vomito e nausea, e poi anche degli antiinfiammatori mentre sarebbero bastati un elettrocardiogramma e un prelievo enzimatico (mai praticati) per capire che invece si trattava di infarto. La famiglia della vittima, difesa dall’avvocato Domenico De Rosa, ha sempre sostenuto che la morte era da addebitare all’imperizia dei medici (entrambi difesi dall’avvocato Biagio Cipolletta).

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