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lunedì, Maggio 6, 2024
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“Devono mettere le carte apposto”, le intercettazioni tra un sindaco e l’imprenditore del clan Di Lauro per aprire un supermercato

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I contatti tra la politica e il clan Di Lauro sono stati dimostrati da diverse inchieste. Anche nell’ultima ordinanza emergono diversi collegamenti tra la cosca di Secondigliano e soggetti appartenenti alla sfera della pubblica amministrazione. Uno degli episodi più eclatanti è quello relativo alla costruzione di un supermercato, da parte di un imprenditore legato al clan Di Lauro, in un Comune della provincia di Avellino.

Ad investire era, secondo i magistrati, Angelo Milone su indicazione del boss Vincenzo di Lauro. Come prassi camorristica ‘F2’ avrebbero ordinato di aprire una società ad hoc grazie alla quale condurre diverse operazione di cessazione delle quote di partecipazione per poter schermare la proprietà effettiva delle attività commerciali. Seppure l’operazione commerciale in Irpinia non sia stata conclusa, Milone avrebbe trovato l’appoggio di un sindaco irpino con l’aiuto della mediazione di Gennaro Nocera. A dimostrarlo sono diverse intercettazioni.

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“Ci risolvo tutti i problemi che gli hanno creato i vigili… cos… sto con il sindaco”, dice Nocera a Pietro Granata. Quest’ultimo avrebbe subito avvertito Milone: “Si ti sta risolvendo dei problemi adesso lo devi chiamare”. In un’altra ambientale Nocera si sarebbe occupato di incontrare: “Signor sindaco voi quando state… che vi porto a parlare con il mio amico”, risposta: “Quando volete”. Resta da capire se il sindaco in questione (non indagato, ndr) sapesse della vicinanza del soggetto con il clan Di Lauro o se invece stesse parlando con un imprenditore un poco avventato.

“DEVE SISTEMARE LE CARTE”

Il 20 maggio del 2019 il primo cittadino irpino avrebbe sollecitato Nocera a rispettare l’aspetto formale della burocrazia.

Sindaco: Ma che ti volevo di dire ma l’amico tuo poi non si è fatto vedere più?
Nocera: Per il fatto del supermercato?
Sindaco: Non il fatto che … a parte che deve sistemare le carte là quindi non può
aprire … ma mica ha già ha aperto?

Il giorno dopo Nocera avrebbe contattato il sindaco sia per confermargli l’appuntamento di mercoledì con il “suo amico” che per informalo sul controllo dei vigili condotto nel supermercato.  Inoltre Milone già l’8 maggio ha ricevuto un controllo dalla Guardia di Finanza all’interno del supermercato, ma non sarebbe potuto entrare proprio alla luce della sua assenza dall’assetto societario.

La vicenda giudiziaria termina con degli accertamenti, risalenti al settembre 2020, dai quali emerge che in via Nazionale delle Puglie al posto del supermercato, riconducibile alla società dei Di Lauro, era presente un’altra attività commerciale che, di fatto, non era riconducibile Milone. 

LE FIGURE DI MILONE E GRANATA

Secondo le accuse della Dda MiloneMarco Minichini sono stati incaricati della gestione delle società del boss Vincenzo Di Lauro essenzialmente con il sistema delle cosiddette cartiere. Invece Nocera è accusato di riciclaggio e reimpiego di soldi di provenienza illecita attraverso la costituzione di rapporti bancari ed attività economiche in diversi settori dell’economia lecita.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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