Un clan ermetico. Composto soltanto da persone di assoluto spessore criminale e molto reticente a far entrare tra le proprie fila nuovi associati. E’ questa la fotografia più fedele della mala di Villaricca, il clan Ferrara-Cacciapuoti, smantellato dall’operazione condotta questa mattina dai carabinieri che ha portato all’emissione di diciannove ordinanze di custodia cautelare. L’inchiesta ha fatto emergere diverse caratteristiche del gruppo capeggiato da Ferrara, i cui presunti esponenti dovranno ora rispondere di associazione di tipo mafioso, estorsione, violazioni alla normativa sulle armi e sugli stupefacenti e tentato omicidio (tutti aggravati dalle finalità di agevolazione del clan). Secondo le risultanze investigative infatti, si tratta innanzitutto di un gruppo “bicefalo”, diviso nelle due famiglie. Quella dei Ferrara è la frangia – sottolineano gli inquirenti – «a vocazione spiccatamente imprenditoriale, in particolare nel settore dell’edilizia, della ristorazione, degli idrocarburi e della commercializzazione di generi alimentari». L’organico del clan, per come è emerso delle indagini, si attesterebbe sulle 50 unità, alle quali in caso di detenzione spetterebbe ‘stipendio’ e copertura delle spese legali. A raccontare dal di dentro il clan è stato Vito Guadagno, ex ras dei Cacciapuoti e con un passato vicino ai qualianesi.
Il racconto di Vito Guadagno
In un verbale del 1 novembre del 2012 Guadagno spiega ai magistrati come si articola il clan e quali sono le sue caratteristiche:«A Villaricca è attivo il clan Ferrara-Cacciapuoti. Si tratta di una organizzazione che è capeggiata da Cacciapuoti Luigi detto Gigi e da Ferrara Domenico detto Mimì o muccus; sia Cacciapuoti Luigi che Ferrara Domenico sono a capo di due gruppi tra loro piuttosto indipendenti, anche se gli affiliati ben sanno che si tratta di
un’unica organizzazione criminale; questo consente che chi fa parte di uno dei due gruppi non ha a che fare direttamente con gli affiliati dell’altro sottogruppo, anche se li conosce come affiliati; ad esempio io mi ero avvicinato al gruppo di Cacciapuoti Luigi, di cui, pertanto, conoscevo tutti i partecipanti, ma conoscevo anche molti di coloro che erano affiliati al gruppo di Ferrara. Mimì e Gigi sono entrambi dei capi di grande spessore
criminale; si tratta di un clan camorristico molto chiuso a cui sono affiliati solo soggetti che sono entrati nel clan da molti anni; il gruppo, infatti, è molto attento ad aprire e a prendere nelle sue fila soggetti nuovi; vi è anche una ripartizione interna delle conoscenze molto rigorosa: chi fa estorsioni risponde solo ai capi, lo stesso chi fa droga etc.; in questo modo solo i capi hanno contezza di quello che è veramente il clan Ferrara-Cacciapuoti in quanto gli altri non hanno sufficienti informazioni su settori criminali che non seguono direttamente. Questo sistema è risultato, infatti, fino ad ora molto proficuo in quanto ha protetto il clan consentendogli di essere attivo ed incontrastato a Villaricca».
Gli affari dei Ferrara-Cacciapuoti
Guadagno è entrato poi nello specifico tracciando il business del ‘gruppo a due teste’ di Villaricca:«Sia i Ferrara che i Cacciapuoti sono inseriti in diversi settori imprenditoriali tra cui quello edilizio ed immobiliare; essi investono anche al nord-Italia tanto è vero che
spesso si diceva che o’ zio sta fuori intendendo che Cacciapuoti Luigi stava a badare ai suoi affari al nord Italia; a titolo esemplificativo specifico che anche tutto il complesso residenziale edilizio denominato Villaricca 2 è proprio dei Ferrara-Cacciapuoti anche se non so con precisione quali sono le denominazione delle società che hanno realizzato i lavori».