«Per qualsiasi cosa parlate con Mimì Ferrara». Queste le parole proferite dal boss Eduardo Contini, capo indiscusso dell’Alleanza di Secondigliano, nei confronti di chi doveva incontrarlo durante i mesi in cui era latitante. Latitanza che ‘o Romano trascorreva a Villaricca come emerge dalle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che questa mattina ha smantellato i Ferrara-Cacciapuoti. Il Mimì a cui Contini fa riferimento è appunto Domenico Ferrara, capo dell’omonimo gruppo e anello di congiunzione tra la stessa Alleanza di Secondigliano e i clan della provincia.
Il racconto del pentito De Rosa: la latitanza di Contini a Villaricca
Il retroscena è stato raccontato ai magistrati dal collaboratore di giustizia Giuseppe De Rosa:«Avevo conosciuto Mimmo Ferrara allorquando era latitante Contini Eduardo poiché quest’ultimo stava trascorrendo la sua latitanza nel parco dove abita Mimmo. So che si tratta del parco dove, appunto Mimmo Ferrara ha anche la sua abitazione. Sono in grado di spiegare dove si trova: arrivati alla rotonda di Villaricca si arriva ad luogo ove sono allocati un lavaggio, una palestra ed una autofficina; questa autofficina è di un parente di Ferrara.
Contini era latitante e mi mandò una ambasciata attraverso Peppe ‘o guaglione, ovvero Ammendola Giuseppe, che è un affiliato di spicco del clan Contini e braccio destro, appunto, di Contini Eduardo e che, proprio in seguito all’arresto di quest’ultimo, ne ha preso il posto. Peppe ‘o guaglione mi disse di andare alla rotonda di Villaricca e di fermami vicino alla palestra perché mi sarebbero venuti a prendere e che mi avrebbero portato da Eduardo Contini. Andai lì da solo, con l’auto; se non erro presi l’auto di mio figlio Teodoro che era una Peugeot, ed, arrivato al luogo indicato, fui avvicinato appunto dal titolare dell’officina meccanica che mi chiese “Sei Pino?” e, quando gli dissi di sì, mi disse di parcheggiare e di andare con lui. Ci recammo pertanto in un parco a bordo dell’auto del titolare dell’officina meccanica e siamo andati a casa di Mimmo, che è una villa con custode. Effettivamente incontrai questa persona che a quel momento non si presentò ma venne con me, intanto il titolare dell’officina meccanica se ne andò, mentre Mimmo mi accompagnò in un appartamento al piano rialzato, allocato di fronte alla villa, ove incontrai Contini Eduardo. Mimmo suonò al citofono ed aprirono senza che nessuno parlasse; entrati nell’androne trovammo la porta dell’appartamento socchiusa e vidi subito Eduardo.
Quest’ultimo m presentò Mimmo, ovvero Mimì Ferrara che è un esponente di spicco della criminalità organizzata, con forti collegamenti proprio con i gruppi camorristici che fanno parte dell’alleanza di Secondigliano ovvero clan Mallardo, clan Contini e clan Licciardi».
Il ruolo di Ferrara come ‘anello di congiunzione’ con l’Alleanza
Un mediatore. Un tramite. Così viene descritto Ferrara da Giuseppe De Rosa che descrive il boss di Villaricca come una sorta di intermediario o messaggero quando i boss dell’Alleanza dovevano comunicare tra loro:«Mimì Ferrara fa da tramite tra i vari gruppi. Questo lo so con certezza perché egli aveva questa specifica funzione allorquando sia Contini Eduardo sia Bosti Patrizio erano latitanti: andava dapprima da Contini Eduardo; prendeva l’imbasciata; si recava da Bosti Patrizio e gli riferiva il contenuto dell’imbasciata di Eduardo e viceversa; andava o faceva arrivare imbasciate di Contini e di Bosti a Giugliano ovvero ai Mallardo. Eduardo Contini, come vi dicevo m presentò Mimì Ferrara e mi disse che tutte le volte che lo avrei raggiunto li a Villaricca, non sarei dovuto arrivare direttamente alla villa di Mimì e all’appartamento dove alloggiava lo stesso Eduardo, ma avrei dovuto preventivamene incontrare il meccanico che mi avrebbe portato a casa di Mimmo e da li avrei finalmente potuto raggiungere il latitante».
