«Far tornare ad essere Marano un centro di vita, una città non solo vivibile ma anche vissuta, che permetta a giovanissimi, giovani, famiglie ed anziani di non dover andar via». È l’obiettivo di Lorenzo Alfè, candidato con la sola sua lista denominata Lorenzo Alfè 57-Uomini Liberi.
Perché ha deciso di chiamare la Sua lista “Uomini Liberi’’? Da cosa bisogna essere liberi, a Marano?
«Uomini liberi perché svincolati da vecchie logiche politiche: liberi da condizionamenti, liberi da interessi personali e di bottega, liberi da pregiudizi, liberi da vincoli di partito e da scambi di potere perché anche Marano possa tornare ad essere libera, possa tornare ad autodeterminarsi e ad un governo politico, non solo amministrativo e della gestione dell’ordinario, dopo anni di commissariamento».
Era proprio improbabile per Lei cercare un accordo con qualcuno delle forze in campo?
«Cercando accordi avremmo contraddetto la nostra identità. Il nostro interesse è proporre una nuova fase per Marano, disponibili ad accettare la collaborazione di chi vorrà impegnarsi: ‘Libertà è partecipazione’, cantava Gaber e noi auspichiamo il ritorno alla partecipazione e al coinvolgimento dei cittadini nell’esercizio di una cosa pubblica, funzionale e trasparente, capace di ascoltare le istanze di tutti e vicina alle esigenze di ciascuno».
Dal punto di vista economico, cosa propone per risollevare le sorti di Marano?
«Compito dell’amministrazione dovrà essere anche quello di dare impulso all’economia ma ciò non potrà avvenire, per prima cosa, se non favorendo la trasparenza, la funzionalità e lo snellimento della macchina burocratica, attraverso una cosa pubblica capace di ascoltare le istanze della popolazione e che sappia farsi interprete delle loro necessità. Una cosa pubblica che sappia, poi rendere disponibili ai cittadini le proprie risorse di modo che possano essere di impulso ad attività sociali e culturali che siano catalizzatrici anche di sviluppo economico».
E sul sociale, visto che Lei è medico, cosa intende fare?
«Questi temi costituiscono il nucleo fondante del nostro programma e non solo perché sono medico, ma perché riteniamo che questa sia la direzione in cui possiamo dare una risposta alle istanze della Città: nostro obiettivo sarà far tornare ad essere Marano un centro di vita, una città non solo vivibile ma anche vissuta, che permetta a giovanissimi, giovani, famiglie ed anziani di non dover ‘andar via’, che si ponga, al contrario, come centro di riferimento anche per i Comuni limitrofi e che offra occasioni per stabilire forme di relazioni tra pari o momenti di crescita sportiva, culturale e sociale, favorendo lo sviluppo di momenti di aggregazione. Porremo, quindi, attenzione alla presenza di associazioni e di manifestazioni che ‘nutrano’ la Città, facendola crescere, non urbanisticamente ma culturalmente, facendola tornare a vivere e ad essere luogo di incontro e di confronto culturale».
Investimenti su lavori pubblici e infrastrutture ha ancora senso farne?
«Come dicevo, la crescita auspicata della Città non dev’essere urbanistica ma culturale: anche lavori pubblici ed infrastrutture dovranno seguire queste priorità che saranno la linea guida della nostra amministrazione».
Un giudizio sugli altri candidati?
«Non sono io a dover dare un giudizio sugli altri candidati: saranno gli elettori a farlo e noi rispetteremo quello che sarà il risultato della competizione. Noi guardiamo al nostro programma e solo a quello: non ci interessa la personalizzazione della politica ma la chiarezza delle proposte».
In caso di ballottaggio Lei appoggerà qualcuno?
«Chi le dice che non saremo noi ad arrivare al ballottaggio? Noi stiamo correndo per dare un’alternativa di voto a tutti coloro che, liberi come noi, vorranno dare la loro fiducia al nostro programma. E non vedo perché non dovremmo essere noi a raggiungere tale obiettivo. In quel caso, liberi, ascolteremo chi vorrà condividere le priorità del nostro programma e vorrà appoggiarci nel tracciare questa nuova strada».