Nascono i comitati e i movimenti per i Campi Flegrei, immersi ancora oggi nell’emergenza del bradisismo.
Questa mattina alla Darsena di Pozzuoli, dinanzi a decine di abitanti, la conferenza di presentazione del nuovo percorso civico, che ha l’intento di farsi portavoce delle varie istanze della popolazione che quotidianamente convive con tensione e la paura per le continue scosse, così forti da portare in alcuni casi a degli sgomberi. La scelta del lancio dei comitati e movimenti per i Campi Flegrei del 20 maggio non è un caso: proprio un anno fa la scossa di terremoto di magnitudo 4.4 creò il panico e, soprattutto, determinò lo sgombero di diverse famiglie soprattutto tra Pozzuoli, Bagnoli e zone limitrofe a causa dei danni alle abitazioni che i vigili del fuoco e la Protezione Civili dichiararono inagibili.
Le dichiarazioni dei comitati
Walter Iannuzzi, tra i portavoce dei comitati e i movimenti dei Campi Flegrei ricorda: «Oltre 2000 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case a causa dei danni provocati dalle scosse». Inoltre, l’aggiunta, «entro il 30 maggio le persone che sono sistemate in strutture ricettive dovranno trovarsi una nuova sistemazione, ma al momento non ci sono notizie su dove andranno». La mobilitazione della cittadinanza di questi mesi ha ottenuto, tra le altre cose, una convocazione da parte dei rappresentanti del Governo a cui i comitati e i movimenti hanno chiesto attenzione soprattutto sul «tema della messa in sicurezza degli edifici. Se sarà necessario, chiederemo di tornare a Roma» conclude Walter Iannuzzi.
La preoccupazione degli abitanti
La popolazione dei Campi Flegrei è stanca, arrabbiata e scettica su cosa stiano facendo il Governo e le altre istituzioni, comprese quelle locali, rispetto all’assistenza per gli sfollati attuali e quelli che rischiano di esserlo in futuro.
Elena afferma a InterNapoli: «Io sto fuori dalla mia casa di via Terracciano, nei pressi dell’anfiteatro di Pozzuoli, dal 20 maggio 2024 perchè dichiarata inagibile. Ci sono tanti disagi, abbiamo paura delle scosse e conviviamo con l’ansia». Da un anno la vita di Elena è completamente sconvolta. «Faccio avanti e indietro. Due mesi da una parte, quattro ad un’altra. Attualmente con mio marito sono in un residence a Pozzuoli. Le scosse come le avvertivo allora le allerto ora. Io sono cardiopatica, non è più sostenibile. Io ho 74 anni – conclude Elena – mio marito ne ha 84 e stiamo soffrendo. Manca la necessaria informazione su dove andare in caso di forte scossa. Il governo è assente e devo dire che anche il sindaco altrettanto».
Giusy non è stata sgomberata, ma la stanchezza solca lo stesso il suo viso. «Abbiamo paura di farci anche la doccia e anche dormire la notte. Ogni volta che mi metto a letto io ho paura per me e per mia figlia di vivere un terremoto come quella dello scorso 13 marzo». Anche lei si sente smarrita. Ogni volta che arriva una scossa, c’è il timore su dove andare, su come muoverci. Si crea traffico dovuta al panico: ricordiamoci cosa è successo ultimamente con i bambini in classe che hanno vissuto momenti di terrore». Giusy si immedesima in chi non è più nella propria casa ed è costretto attualmente vivere in strutture alberghiere. «Le persone – dice – anche con i contributi per il fitto non troveranno mai un alloggio alternativo a quello sgomberato perchè molte persone non hanno un contratto di lavoro e non possono offrire garanzie necessarie».
Le parole di Diego Civitillo
Diego Civitillo, ex presidente della Municipalità Bagnoli-Fuorigrotta, ora consigliere municipale e vicino ai comitati dell’area flegrea denuncia: «A un anno dalla prima scossa importante, la popolazione non ha ricevuto risposte oggettive dalle istituzioni. Tra pochi giorni, dopo il 30 maggio, l’alternativa alloggiativa in albergo verrà meno e in tanti non sapranno dove andare. Il clima è pesante. C’è gente che non chiama neanche più i vigili del fuoco temendo di dover uscire dalle proprie abitazioni senza avere un altro tetto sopra la testa».
Civitillo rincara la dose: «Rispetto quanto dicono le istituzioni, la situazione non è sotto controllo e i piani di evacuazione non sembrano funzionare. Il nostro territorio non è stato reso resiliente agli effetti del bradisismo».