19.9 C
Napoli
lunedì, Maggio 13, 2024
PUBBLICITÀ

Fallimento Mercatone Uno, persi 1800 posti di lavoro persi: dramma anche nel Napoletano

PUBBLICITÀ

hernon Holding, la società che gestiva punti vendita di Mercatone Uno, è stata dichiarata fallita. Lo rende noto la Filcams-Cgil di Reggio Emilia con una nota. Davanti a numerosi negozi chiusi sono in corso presidi e sit-in dei lavoratori.

I lavoratori di Mercatone Uno, storico marchio imolese dell’arredamento che accompagnò i trionfi ciclistici di Marco Pantani, sono venuti a conoscenza del fallimento via Facebook nella notte: “Non c’è stata nessuna comunicazione ufficiale da parte dell’azienda”, ha spiegato Luca Chierici, segretario della Filcams di Reggio Emilia.

PUBBLICITÀ

Shernon Holding aveva acquisito i 55 punti vendita meno di un anno fa e circa un mese fa aveva presentato domanda di ammissione al concordato preventivo. Sono oltre 1.800 i dipendenti in tutta Italia. Per il 30 maggio su Shernon-Mercatone Uno era stato convocato al ministero dello Sviluppo economico un tavolo di crisi.

“Da ministro del Lavoro non posso che essere preoccupato per la notizia della chiusura dei punti vendita Mercatone Uno in tutta Italia a causa del fallimento della Shernon Holding Srl”. Così su Facebook il vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, che annuncia di aver anticipato a lunedì 27 il tavolo sulla vertenza al ministero. Tavolo, si legge “che servirà prima di tutto a salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti di Mercatone Uno, ma anche a fare chiarezza sulla responsabilità della proprietà nella loro gestione”.

I sindacati e il fallimento di Mercatone Uno

Riaprire i negozi e trovare al più presto una soluzione per farli funzionare. Questa la richiesta dei lavoratori di Mercatone Uno riuniti in un presidio di fronte al Mise in attesa del tavolo di confronto tra i sindacati ed il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, anticipato ad oggi dopo l’annuncio del fallimento dello store arrivato sabato scorso.

 

«È scandaloso, dal punto di vista umano, essere avvertiti del fallimento attraverso un post di Facebook», commenta Leonarda Caccamo, rappresentante sindacale Filcams-Cgil di Brescia. «Vorremmo – sottolinea Caccamo – che almeno si rientrasse in amministrazione straordinaria con i vecchi contratti perché in quest’ultimo passaggio sono state tagliate le ore contrattuali per la salvaguardia dell’occupazione. I colleghi che lavoravano a 40 ore sono passati a 24. Andare in cassa integrazione con 24 ore non è come averne 38. Vorremmo che l’amministrazione straordinaria – commenta ancora – si prendesse la responsabilità di questo passaggio e ci facesse tornare in cassa integrazione con i vecchi contratti». Alla domanda se spera ancora nella salvezza della sua azienda, la rappresentante sindacale Filcams-Cgil replica: «Mi auguro con tutto il cuore che avvenga ma non ci credo più».

Serrande abbassate, questa mattina, nei 55 punti vendita a marchio Mercatone Uno in tutta Italia. È l’amara sorpresa che si sono trovati davanti i circa 1800 dipendenti del gruppo, che senza alcun preavviso da parte della proprietà, si sono recati normalmente a lavoro, trovando però chiusi centri commerciali e magazzini, dal Piemonte alla Puglia. La chiusura è l’effetto della sentenza con cui, nella giornata di ieri, il tribunale fallimentare di Milano ha decretato il fallimento della Shernon Holding srl, che nell’agosto del 2018 aveva a sua volta rilevato i punti vendita dello storico marchio emiliano, annunciando un imponente piano di rilancio proiettato verso nuovi importanti ricavi già dal 2022.

Così però non è stato, perché ad aprile, a soli 8 mesi dall’acquisizione, la stessa Shernon aveva presentato richiesta di concordato preventivo in continuità, garantendo comunque i presidi occupazionali fino al 30 maggio, data in cui è in programma da tempo un incontro al Ministero per lo Sviluppo Economico per studiare un piano di salvataggio per l’azienda”. E invece ieri, senza alcun preavviso, la Shernon ha dichiarato fallimento.

La reazione dei sindacati

“E quello che è più grave – dichiarano a caldo alcuni rappresentanti sindacali di categoria presenti davanti ai vari punti vendita – è che la società non solo non ha comunicato nulla ai sindacati, ma ha tenuto all’oscuro i lavoratori, ai quali non è arrivata alcuna lettera di licenziamento, e che hanno saputo della chiusura soltanto sui social, in tarda serata, dai responsabili delle varie filiali. Anche loro aggiornati all’ultimo secondo. Un comportamento inaccettabile, che necessita di un intervento imminente da parte del Ministero”.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs si sono già attivate presso il ministero dello Sviluppo Economico per avere un incontro in tempi brevi con l’amministrazione straordinaria di Mercatone e con il curatore fallimentare di Shernon. “È urgente e indispensabile l’intervento del Mise per salvaguardare i lavoratori e preservare il futuro delle loro famiglie – sostengono i sindacati in una nota congiunta – dopo anni di incertezza, Shernon aveva rappresentato il lumino nel quale tutti avevano riposto le loro speranze e la propria capacità di progettare un futuro. Il fallimento sembra aver reso nulli i sacrifici e gettato le maestranze in uno stato di profonda angoscia. Serve – dichiarano i sindacati – un intervento tempestivo e garante”.

Le tappe della vicenda

Con sentenza del 23 maggio – ricordano i sindacati ripercorrendo le tappe della vicenda – il Tribunale di Milano ha decretato il fallimento della Shernon, azienda che aveva acquisito lo scorso anno dalla ditta Mercatone in Amministrazione Straordinaria ben 55 punti vendita, con l’obbligo assuntivo di oltre 2.000 lavoratori. In realtà, sino a questo momento, la stessa era subentrata solo in 47 punti vendita con l’impiego di oltre 1.800 risorse umane.

Si ricorda che, la vendita dei 55 punti vendita fu proposta dall’AS, dopo una lunga trattativa con i soci di Shernon, ritenuta degna di un positivo riscontro da parte del Comitato di Vigilanza del Mise. Successivamente, e dopo una lunga e difficile trattativa, Filcams, Fisascat e Uiltucs, presso il Mise stipularono un accordo sindacale regolante il passaggio dei lavoratori, ben consci che, senza l’accordo, la vendita non si sarebbe perfezionata e sarebbe intervenuto il fallimento già a luglio 2018 con la conseguente perdita dei posti di lavoro e delle relative professionalità.

Già nei primi mesi dell’ingresso di Shernon, buona parte dei soci che avevano costituito la società ad hoc per l’acquisizione, sono fuoriusciti dall’asset societario, senza destare alcun allarme da parte dei commissari che erano preposti a sovrintendere le operazioni.

Col passare del tempo, continuano i sindacati, la mancanza di finanziamenti e di liquidità ha fatto sì che già negli ultimi mesi del 2018 la merce nei magazzini, e di conseguenza nei negozi, cominciasse a scarseggiare. A marzo, come denunciato dalle tre federazioni confederate, i punti vendita risultavano sprovvisti di merce e la stessa non veniva più consegnata sebbene già venduta e pagata dagli acquirenti.

Nell’incontro tenutosi a marzo fra Filcams, Fisascat, Uiltucs e l’ad di Shernon, quest’ultimo preannunciava un imminente capitalizzazione della Shernon e informava le rappresentanze sindacali in merito ad una non meglio precisata trattativa con potenziali investitori.

La ricapitalizzazione annunciata doveva esser effettuata entro la fine di marzo e presupponeva un investimento pari a circa 20 milioni, cifra che, da subito le organizzazioni di categoria hanno ritenuto “assolutamente insufficiente” a garantire la ripresa dell’azienda. A metà aprile, senza darne informazione alcuna, nemmeno al Mise, l’azienda ha presentato istanza di Concordato Preventivo presso il Tribunale di Milano.

La decisione assunta il 23 maggio dal Tribunale di Milano, dimostra che le preoccupazioni delle tre sigle sindacali erano “del tutto fondate e che, la situazione è molto più grave di quanto l’Ad di Shernon abbia raccontato al Mise il 18 di aprile ed ai lavoratori nei vari comunicati a essi diretti”, concludono i sindacati.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Buone ragioni per comprare un climatizzatore Daikin

Daikin è di certo uno dei brand più affidabili nel settore dei climatizzatori per uso residenziale. Parliamo, infatti, di...

Nella stessa categoria