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venerdì, Marzo 29, 2024
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Farmaco anti-coronavirus, il commissario Borrelli: “Attendiamo gli studi dell’Aifa”

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Sale ad 8 il numero dei pazienti cui viene somministrato il farmaco antiartrite. Subito un protocollo nazionale per estendere l’impiego di tocilizumab, farmaco anti-artrite, nei pazienti contagiati da coronavirus ed in condizioni critiche. Lo chiede l’oncologo Paolo Ascierto, dellì Istituto”Pascale” di Napoli. “Il farmaco ha dimostrato di essere efficace contro la polmonite da Covid-19 – afferma Ascierto – a Napoli sono stati trattati i primi 2 pazienti in Italia, in 24 ore la terapia ha evidenziato ottimi risultati e domani sarà estubato uno dei due pazienti, perché le sue condizioni sono migliorate. Ieri, iniziato il trattamento ad altre 2 persone ed oggi ne tratteremo altre due”.

‘’Già a distanza di 24 ore dall’infusione, sono stati evidenziati incoraggianti miglioramenti soprattutto in uno dei due pazienti, che presentava un quadro clinico più severo’’ spiegano il direttore della Uoc di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, Vincenzo Montesarchio; il direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto «Pascale» di Napoli, Paolo Ascierto.

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Intanto i pazienti iniziano a dare segni di ripresa. “Il processo di affaticamento dei polmoni causati dal coronavirus è molto simile all’effetto collaterale che da un farmaco per la leucemia, e da qui l’idea – spiega Paolo Ascierto, direttore del dipartimento di Oncologia del Pascale -. Il Pascale ha un rapporto molto stretto con le università cinesi, che hanno utilizzato questo specifico farmaco per curare le persone affette da Covid-19, avendo dei risultati. Questo avveniva venerdì pomeriggio, venerdì sera ho contattato il mio collega Montesarchio, gli ho spiegato l’idea, sabato mattina abbiamo messo in piedi una task force e insieme abbiamo deciso di trattare due pazienti, forti dell’esperienza cinese. Se il paziente viene trattato con questo farmaco prima che si sia aggravato e quindi prima di andare in terapia intensiva, si evita che la situazione degeneri, riuscendo così anche ad alleggerire i reparti. I due pazienti trattati sono migliorati considerevolmente e questo fa ben sperare. Noi non andiamo a colpire il virus, ma andiamo a risolvere una situazione di complicanza dovuta al virus. C’è una necessità di un coordinamento nazionale. Sappiamo che ha iniziato Bergamo, Milano e lo Spallanzani, ma abbiamo bisogno i dati più precisi. Stiamo cercando di cercare un protocollo sperimentale. Il farmaco è a disposizione, con un quantitativo importante, quindi incrociamo le dita. Trattando i tumori, abbiamo esperienza con questo tipo di farmaco e, in più, c’era l’esperienza dei colleghi cinesi. L’abbiamo ritenuta la strada giusta e l’abbiamo diffusa, e non vogliamo che sia un tipo di trattamento riservato a pochi. Oggi verrà stubato il primo paziente, che attualmente ossigena bene”.

LE PAROLE DEL COMMISSARIO BORRELLI SUL Tocilizumab

Il commissario per l’emergenza coronavirus, Angelo Borrelli, ha parlato sul farmaco utilizzato nell’ultima conferenza stampa della Protezione Civile: “Ci sono in atto degli approfondimenti e uno studio da parte dell’Agenzia del Farmaco. Nel giro di qualche giorno si potrà avere un riscontro. Abbiamo letto tutti di questo farmaco che è stato utilizzato dall’ospedale Cotugno di Napoli ed è stato giudicato utile e proficuo per superare la fase della malattia. Vedremo a breve di poter poter apprezzare questi studi”.

I medici napoletani Paolo Ascierto, Enzo Montesarchio, Franco Perrone e Roberto Parrella

«Noi siamo pronti. Vogliamo estendere la cura ad almeno 250 pazienti per confermarne l’efficacia con uno studio clinico e adesso aspettiamo l’autorizzazione». Messo a punto e inviato all’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, il protocollo che rappresenta una speranza contro la polmonite severa da Covid-19. Lo hanno ideato i medici napoletani Paolo Ascierto, Enzo Montesarchio, Franco Perrone e Roberto Parrella in tempo record, per utilizzare il prodotto off-label, l’anti-artrite tocilizumab, nell’emergenza nazionale. E così tentare di ridurre la mortalità e liberare posti letto preziosi in rianimazione. Perché la sanità del Mezzogiorno è in affanno a causa di risorse carenti e minori tecnologie, ma riesce a competere e, anzi, a tirare la volata a quella del Nord grazie alle eccellenze che si distinguono per formazione e respiro internazionale, creatività e passione. Così i professionisti al lavoro in due ospedali partenopei, il Pascale e il Cotugno, sabato scorso hanno iniziato la terapia e immediatamente hanno condiviso la loro esperienza con i colleghi di Bergamo, Milano, Fano, Piacenza, Modena, Conigliano veneto, Bari, Lecce, Roma.

 

“Resta a casa! Noi non possiamo”: è uno degli appelli che da qualche giorno vengono lanciati dall’ospedale Cardarelli di Napoli via social.
La foto, postata su FB, ritrae medici, infermieri, guardie e anche personale delle pulizie in servizio nel Pronto Soccorso, ma anche di altre strutture dell’ospedale piu’ grande del Sud, con la mascherina e in mano una lettera della frase che inizia con l’invito rivolto agli italiani dal premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa con la quale annunciava l’estensione della zona rossa a tutta l’Italia. “Ogni giorno rischiamo, – dice uno degli operatori che intende restare anonimo – ogni giorno dobbiamo fronteggiare molti problemi. Non abbiamo ricambi e i turni sono duri” per questo “è necessario contenere il contagio”.

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