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venerdì, Aprile 19, 2024
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Figlio del boss napoletano in coma, lettera al ministro della Giustizia

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Assume proporzioni sempre più ampie la vicenda di Michele Antonio Elia, figlio del boss Renato del Pallonetto di Santa Lucia, ricoverato in coma all’ospedale Cto di Napoli. Tutto è iniziato, secondo quanto trapelato dalle informazioni rese dalla casa circondariale, con un’infezione cerebrale che ha reso necessario il ricovero presso il nosocomio napoletano dove è tutt’ora in coma. A richiamare l’attenzione in queste ore è stata la sua ex educatrice Valentina Trunfio che ha reso nota una sua missiva indirizzata al Ministero della Giustizia. Nella lunga lettera si chiede di mantenere una distinzione tra detenzione e malasanità e di non permettere che il giudizio su una persona detenuta possa influire sulle condizioni sanitarie e l’assistenza da assicurare al detenuto. “Perché Michele è in coma? Vogliamo che venga fatto tutto per salvarlo” si legge in un post su facebook.

Il testo della lettera

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“Al Ministro, Al Capo del Gabinetto e suoi Vice e a tutti coloro che a questa mail possano dare voce. Il grido di dolore e la richiesta di aiuto per questo giovane detenuto a Poggioreale NON deve e NON può passare inosservata. Sono stata l’educatrice di Michele Elia quando frequentava la scuola elementare , ho riconosciuto la sua foto che gira su Facebook, perché quegli occhi non si possono dimenticare. Non conosco il reato per il quale é recluso, so che l’ infezione che lo ha ridotto in coma l’ha contratta tra quelle
mura ed é stata sottovalutata. Va fatta chiarezza e bisogna indagare. La stessa giustizia che , se Michele ha sbagliato, lo ha fatto arrestare, deve adesso impegnarsi a trovare i responsabili e soprattutto garantire a questa giovanissima vita la salvezza.
Non può essere troppo tardi se hai 20 anni. Non può essere che si ×nisca in coma se per giorni lamenti mal di testa…..infezione? Aneurisma? Altro? Bisogna sapere e fare in fretta.
Nel 2018 é intollerabile. Il Ministro Orlando e tutti i Magistrati che leggono ( spero!) Saranno concordi con me e con tutti i familiari di Michele e con tutta la cittadinanza che altro non può fare se non riunirsi in preghiera nella chiesa del Pallonetto DI Santa Lucia con Padre Giuseppe Carmelo che lo ha visto crescere. Chi sbaglia deve pagare. Ê giusto. E vale per tutti. Nessuno escluso. So che attenzionerete il caso. Rappresentate LA GIUSTIZIA e non lascerete solo Michele Elia di soli 20 anni. Grazie per l’attenzione
Valentina Trunfio

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