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sabato, Aprile 27, 2024
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Frode fiscale nei cantieri navali, guai per 27 professionisti da Napoli al Nord Italia

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Operazione “No Credit” della Guardia di Finanza nel settore della cantieristica navale: denunciate 27 persone tra imprenditori e professionisti. Nelle scorse settimane, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico–Finanziaria di Ancona – Gruppo Tutela Entrate, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale dorico su beni e disponibilità finanziarie del valore di oltre 6 milioni di euro nei confronti di nove società. Quattro con sede legale nella provincia di Ancona e cinque in Campania. Inoltre sette persone fisiche indagate per reati fiscali commessi già a partire dall’anno 2016.

Smascherata frode fiscale nel settore della cantieristica navale

Le indagini, durate quasi due anni, hanno riguardato nel complesso 27 persone fisiche e 21 società, ubicate nelle province di Ancona, Napoli, Roma, Milano, Salerno, Caserta e Chieti. Inoltre hanno consentito di fare luce su un ben collaudato e consolidato sistema di frode che ha permesso alle imprese coinvolte, la maggior parte delle quali attive nel settore della cantieristica navale e operative nei sedimi portuali di Ancona, Monfalcone (GO), Marghera (VE), Savona e Castellammare di Stabia (NA), di non versare i dovuti contributi previdenziali e assistenziali. Quantificati in oltre 6 milioni di euro, attraverso fraudolente compensazioni con crediti IVA inesistenti creati ad arte da altre società conniventi o “cartiera”.

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Le articolate attività investigative, scaturite da minuziose verifiche fiscali, sviluppate attraverso l’esecuzione in sette diverse Regioni di perquisizioni e acquisizioni documentali. Nonché da approfonditi accertamenti bancari e analitiche ricostruzioni documentali, anche di natura informatica. In particolare, sono stati passati al setaccio circa 140 gigabyte di dati digitali e le movimentazioni di oltre 20 rapporti finanziari accesi presso svariati istituti di credito e intermediari.

È così stato possibile accertare che le operazioni che avevano generato gli ingenti crediti IVA, poi usati in compensazione da altre imprese. Tutte di fatto inesistenti o artificiosamente sopravvalutate.

Gonfiaggio dell’Iva a credito

Basti pensare che un macchinario, rinvenuto dai finanzieri smontato e mai entro in funzione all’interno di un capannone. Formalmente venduto e fatturato come un “brevetto” del valore di 12 milioni di euro al solo fine di “gonfiare” l’IVA a credito.

Al termine delle indagini complessivamente denunciati alla Procura della Repubblica di Ancona 27 persone ritenute responsabili del reato di “indebite compensazioni” (previsto dall’art. 10 quater del D.Lgs 74/2000). Tra i quali si segnala la presenza di sette professionisti. Cinque ragionieri, un commercialista e un consulente del lavoro, residenti nelle provincie di Brindisi, Milano, Roma, Catania, Latina, BAT e Chieti. Tutti incaricati dell’apposizione del visto di conformità sulle dichiarazioni fiscali con cui avveniva materialmente l’indebita compensazione delle imposte.

Tale certificazione permetteva alle imprese coinvolte di omettere il pagamento dei contributi previdenziali e delle imposte. In tal modo acquisivano maggiore competitività sul mercato di riferimento grazie al fraudolento abbattimento dei costi. Gli elementi raccolti hanno quindi permesso alle Fiamme Gialle di formulare una richiesta di sequestro preventivo per equivalente, accolta dall’A.G. dorica, finalizzata anche a tutelare le casse dell’Erario dagli ingenti danni causati dai comportamenti delittuosi posti in essere. L’operazione di servizio rientra nella più ampia lotta alle frodi fiscali. Sviluppata costantemente delle Fiamme Gialle per tutelare, soprattutto in questo delicato momento di difficoltà dovuto all’emergenza sanitaria in atto, il tessuto imprenditoriale sano. Contrastando gli effetti distorsivi della concorrenza generati da tali condotte all’interno del circuito economico legale.

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