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sabato, Aprile 20, 2024
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Camorra a Fuorigrotta, il figlio del boss Troncone torna in manette

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Condotte dall’evidente carattere mafioso. Questa la motivazione di fondo che ha spinto il tribunale del Riesame (XII sezione) ad accogliere l’appello del pubblico ministero disponendo l’applicazione della custodia cautelare in carcere per Giuseppe Troncone, figlio del ras Vitale Troncone, indicato a capo dell’omonimo gruppo di Fuorigrotta. La notizia era stata anticipata qualche giorno fa da Luigi Nicolosi per Il Roma. Troncone junior era stato raggiunto lo scorso 23 dicembre da un decreto di fermo per un pestaggio avvenuto lo scorso ottobre quando due uomini (uno dei quali legato alla famiglia Di Napoli del Rione Traiano) erano stati violentemente picchiati (leggi qui l’articolo) da due soggetti poi identificati dagli uomini della Mobile in Troncone junior e in suo cugino Andrea Merolla, ucciso poi in un agguato qualche settimana dopo. Fermo arrivato a poche ore dal clamoroso agguato proprio contro Vitale Troncone, salvo per miracolo (leggi qui l’articolo).Il gip Campoli, in pieno accoglimento delle argomentazioni dei legali del giovane, decise di non convalidare il fermo ritenendo che non vi fossero elementi oggettivi a sostegno della tesi della Procura.

L’aggressione di Fuorigrotta

Nel decreto vi era la ricostruzione di un violento pestaggio effettuato dai due nei confronti di altri due uomini uno dei quali legato da parentela alla famiglia Di Napoli del Rione Traiano, nucleo a sua volta indicato come vicino al clan Cutolo.  Una delle due vittime avrebbe avuto danni permanenti alla mandibola. Da brividi il racconto dell’aggressione come testimoniato da una delle vittime:«Ho incrociato su via Caio Duilio una motocicletta di grossa cilindrata di colore rosso con due persone in sella. Il conducente era biondo mentre l’altro era grosso con la barba nera e folta. Hanno inveito nei nostri confronti dicendo che eravamo lì per rubare. Il mio amico ha aperto la portiera ed è scappato in direzione di via Leopardi. Mi hanno preso con forza dall’auto e mi hanno aggredito violentemente colpendomi più volte al capo e al volto e in particolare l’uomo armato ha iniziato a colpirmi più volte con la pistola procurandomi la rottura dei denti dell’arcata superiore. Dopo l’aggressione mi hanno costretto a lasciare la mia auto li intimandomi di allontanarmi a piedi».

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Il Riesame gela Troncone junior

Orientamento ribaltato dal Riesame che motiva le sue decisioni con una lunga disamina. Nel provvedimento si evidenzia il carattere mafioso delle condotte poste in essere dall’ indagato: esso si desume chiaramente dalla modalità di approccio alle vittime —invero, Merolla e Troncone si presentano a volto scoperto, in luogo pubblico e in zona affollata (come emerge dai filmati) — il che è chiaramente sintomatico ed evocativo di un’appartenenza al gruppo criminale di natura camorristica anche in forza dell’impunità dimostrata. Per il Riesame dunque «Unica misura adeguata appare essere quella più afflittiva, in considerazione dell’elevatissima trasgressività del soggetto, che, a dispetto della giovane età, non pare aver tratto alcun insegnamento dalla precedente vicenda processuale, in relazione alla quale è stato sottoposto anche a misura cautelare. I legami, anche familiari — si rammenti che il cugino coindagato, Merolla Andrea ha perso la vita in un agguato di stampo camorristico – con la criminalità organizzata locale non consentono di ritenere gli arresti domiciliari idonei a recidere i contatti con la stessa».

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