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giovedì, Maggio 2, 2024
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«Gli uccido i figli e i nipoti», prima di essere ucciso il boss minacciò gli Scissionisti

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C’è un passaggio significativo nelle memorie di Antonio Accurso che ha raccontato agli inquirenti cosa accadde pochi mesi prima che scoppiasse la terza faida. Il racconto è quello del litigio tra Gaetano Marino (che verrà fatto fuori dagli Abete-Abbinante) e Arcangelo Abete, il boss di quelli dello chalet Bakù. «Un nostro uomo curava la latitanza di Carmine Amato, Ciro Barone. Voglio chiarire che il Barone è una persona tranquilla, quasi sconosciuta alle forze dell’ordine ecco perchè veniva utilizzata durante la latitanza di Amato Carmine. Voglio precisare che lui, inizialmente, non sapeva nemmeno che i bigliettini che gli dava D’Andò andassero ad Amato Carmine; lo ha saputo dopo diversi mesi, quando Sparano Oreste, amico suo, come lo sono io, lo mandò a chiamare. Nel senso che di regola il Barone, consegnava i bigliettini ad una persona che viveva in un paesino vicino Parigi e ne ritirava altri, mentre in un’ occasione lo Sparano lo fece andare a casa dell’Amato dove si trattenne una giornata. In questo modo capì per chi stava facendo il corriere. Questa vicenda me l ‘ha raccontata lui.

Come mi ha raccontato delle estorsioni al mercato di Mugnano, quali erano le entrate. Dopo la spaccatura delle 5 famiglie, il Barone è ritornato alla Vinella. Voglio precisare che dopo la nascita delle 5 famiglie, che è possibile collocare nell’aprile del 2011. dopo il duplice
omicidio del Ferrone, ossia di Peppe il Nasone e di altro Peppe noi delle 5 famiglie abbiamo ricevuto un carico di cocaina di circa 100 kg alla cui divisione ha provveduto il gruppo Abete. Io credo che all’epoca l’Abete Arcangelo, fosse ai domiciliari, non so se a Napoli o a Milano. Poiché io ero agli arresti domiciliari. Non so di preciso come sia avvenuto questo carico e con chi abbia avuto contatti l’Abete Arcangelo. La cocaina venne divisa tra tutti noi delle 5 famiglie, non so se l’abbiano avuta anche i Marino, perché, non ricordo se già vi era stata la discussione tra Abete Arcangelo e Gaetano Marino. Quest’ultimo voleva uccidere tutti i nipoti di Pagano Cesare, per cui ebbe una violenta discussione, prima dell’estate 2011, con Abete Arcangelo, che lo fece anche picchiare dai nipoti, Angelo Marino e Roberto Manganiello. Di conseguenza si decise, a maggioranza, contro la volontà della Vinella di tenere fuori dagli affari di cocaina e dalle divisioni degli introiti della piazza dei Puffi i Marino in attesa della scarcerazione di Gennaro».

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