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giovedì, Marzo 28, 2024
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Guerra di camorra a Napoli nord, il boss progettava tre omicidi:«Gli schiatto la testa»

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C’è un’intercettazione choc nel decreto di fermo che un mese fa ha smantellato i gruppi di Arzano con gli arresti tra i Cristiano-Mormile (per loro il Riesame ha confermato il carcere leggi qui) e i Monfregolo. Il riferimento è ad un dialogo intercorso in casa dal ras Pasquale Landolfo, alleato dei Monfregolo, e i suoi in cui l’uomo parla di un triplice omicidio che vuole organizzare contro alcuni giovani del clan reale colpevoli di alcune stese a Frattamaggiore e in particolari degli spari contro le vetrine di alcune pizzerie della città. Un progetto di morte che Landolfo avrebbe realizzato grazie ad un filatore a cui sarebbe stata promessa salva la vita. «In sostanza – rileva il pm nel provvedimento – lo informa che gli salverà la vita se gli consegnerà altri tre affiliati del gruppo di Mormile che Landolfo ha intenzione di uccidere per punirli in quanto asseritamente responsabili del duplice tentato omicidio in danno di Alterio Antonio e Laperuta Daniele, dell’attentato in danno di Mennillo Salvatore e degli attentati alle pizzerie avvenute la notte del 21 marzo 2022».

L’articolo precedente. «Ha messo inciuci in mezzo», l’odio dei Monfregolo contro Mormile

Un odio crescente. Montante. Tanto da innescare una guerra per procura che ha via via interessato altre città oltre ad Arzano. E’ la guerra dell’hinterland, quella dei Cristiano-Mormile contro i Monfregolo riportata nelle oltre trecento pagine che la settimana scorsa ha decapitato i gruppi alle porte di Napoli infliggendo la spallata finale alle ambizioni di chi era cresciuto all’ombra degli Scissionisti per poi ottenere sempre maggiore autonomia. Tra i punti più controversi il ruolo di Vincenzo Mormile, cognato di Pasquale Cristiano, e l’odio crescente dei Monfregolo verso il ras di Frattaminore colpevole, a detta loro, di fomentare tensioni con gli Amato-Pagano e di tramare per cacciarli via da Arzano.

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Le intercettazioni a casa di Monfregolo e la guerra a Napoli nord

Mariano Monfregolo, all’intemo dell’abitazione dei Monfregolo, commenta, con i suoi familiari, tra cui la madre alcuni provvedimenti contro i gruppi di Frattaminore facendo riferimento proprio a Mormile spiegando che quest’ultimo spera da tempo che anche loro finiscano ben presto nelle maglie della legge per poi prenderne il posto:«E arrestano a noi… ine., che pigliano il premio se arrestano a noi? Io credo che il premio non lo prendono …ine., il premio non lo avete…che si credono.. Vincenzo ..chi tiene …ine., poi ad Arzano non sono ben voluti… li hanno sempre schifati». In una successiva conversazione viene riportato un ‘consiglio’ rivolto da Giuseppe Monfregolo al fratello in cui gli chiede di non incontrarsi con il ras scissionista Salvatore Roselli ‘Frizione’ in quanto questi sarebbe risentito dei contatti avviati con i gruppi di Caivano.

L’odio contro Mormile accusato di fomentare l’odio con quelli di Melito

Per i Monfregolo dietro questi ‘pettegolezzi’ vi sarebbe sempre lui, Vincenzo Mormile:«Sono inciuci di quel femminiello di Vincenzo». Secondo Monfregolo, Mormile stava cercando di creare dissidi ed incomprensioni all’interno della famiglia e indebolire la sua leadership fedele al clan Amato-Pagano che per Monfregolo sono gli unici ad essersi interessati alla sua famiglia quando il fratello è stato arrestato:«Mo ti dico una cosa …tu…quando hanno arrestato a mio fratello…non vi siete nemmeno creati il problema di venire a dire…cosa è successo? che vi serve? Il giorno dopo, è venuto Melito qua…………dicendo “…oh frà…hanno arrestato a tuo fratello…stìamo sempre pure noi con voi… “… perchè quello si deve mettere in testa che non comanda Giuseppe e Pasquale solo… stanno altri tre dì loro. A me… “, io ho detto da sopra la mano ho detto vicino a questa gente ” …a me, vi ringrazio, non mi serve niente “.. e ci ho agevolato pure che stava con noi “… qua ci sono io, più c’è il cognato dell’amico mio Pasquale a Fratta…se serve una mano a lui gliela do’…se serve una mano a me, me la da ‘”…cosa che loro non hanno fatto… punto e basta».

 

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