“Pensavo solo ad accelerare quando poi ho visto la volante della polizia ho frenato più forte che potevo ma non ho potuto fare nulla”. Queste le parole usate da Fabrizio Hadzovic davanti al pm nel primo interrogatorio dopo la morte dell’agente scelto Pasquale Apicella. Hadzovic in sostanza ha ammesso i tentati colpi alla banca di via Abate Minichini e a quella di Casoria ma ha ribadito di non aver agito intenzionalmente nel travolgere la volante della ‘Secondigliano 11’. C’è però un ma. Hadzovic infatti non è nuovo a questa tipologia di azioni.
Nel LUGLIO 2017 quando fu arrestato dai carabinieri della Compagnia di Giugliano, allora guidati dal capitano Antonio De Lise, per un colpo a Sant’Antimo (come anticipato da Internapoli) azzardò una manovra simile speronando l’auto civetta dei militari venendo poi bloccato dagli stessi quando stava per guadagnare la fuga. Tentò di investire i carabinieri con una Lancia Kappa usata per effettuare il colpo con la tecnica della ‘spaccata’. Un ‘precedente’ che sicuramente non giova a suo favore e ai suoi complici indagati con l’accusa di omicidio volontario.