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sabato, Giugno 28, 2025
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Il 13 agosto del 2019 moriva Nadia Toffa, la Iena che ci ha commosso per la sua lotta contro il tumore

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Oggi è l’anniversario dalla morte di Nadia Toffa. Gli amici delle Iene la salutarono pubblicando il video di quel suo ballo lento e rilassato al tramonto. Perché tutti la immaginavano così, ormai lontana e libera da quel tumore che l’ha portata via ad appena 40 anni. E’ rimasta con il ricordo del suo sorriso e della sua ironia, presenti anche quando il male si faceva sentire forte. Rimasta in quel suo modo di fare servizi di denuncia, anche quando le procuravano minacce e percosse da parte di chi non voleva che la verità venisse alla luce.
Era amatissima ma il tumore la portò via ad appena 40 anni. La sua forza, unita al suo sorriso arguto e alla sua grande intelligenza ed ironia, è rimasta nel cuore della gente che non l’ha dimenticata. Il suo coraggio l’ha portata a realizzare servizi di denuncia anche in situazioni pericolose, dalla Terra dei Fuochi a Taranto, che le diede la cittadinanza onoraria. Negli ultimi tempi il campo di battaglia si era spostato sulle cure raccontando di chemio e nausee con la forza e la speranza di sempre. In molti, malati e parenti di malati, si erano sentiti confortati dalla sua condivisione. “Non è importante quanto vivi ma come vivi” una delle ultime frasi di Nadia Toffa, una sorta di testamento spirituale.

Il cancro come un “dono”

Rimasta anche in quel suo modo di parlare apertamente del cancro e di volerlo definire “un dono“, che l’aveva fatta “Fiorire d’inverno” come aveva scritto nel suo libro e come testimoniava sui social parlando di chemio e di nausee, di mamme e amici che ti danno la forza nei momenti più bui e anche di fidanzati che si danno alla macchia proprio mentre tu hai più bisogno. In molti, malati e parenti di malati, si erano sentiti rassicurati e rafforzati dalle sue parole, altri si erano arrabbiati e l’avevano bersagliata di insulti e scellerati auguri di morte perché si sarebbero risparmiati volentieri quel “regalo“. Ma lei aveva reagito a testa alta continuando a difendere la libertà assoluta di ogni malato di parlare come e quanto vuole della propria malattia o non parlare per niente. E portando avanti il suo messaggio più importante: “Non è importante quanto vivi ma come vivi…“.

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