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giovedì, Aprile 18, 2024
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Il boss ‘Pinocchio’ comprava la droga dalla camorra napoletana, aveva un corriere di fiducia

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Colpo alla camorra in Campania, scatta il 416 bis per i vertici del clan.  Gli agenti della Squadra Mobile di Benevento, coadiuvati dal Reparto Prevenzione Crimine ed a un’unità cinofila di Napoli, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari emessa in data 7 gennaio 2020 dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, nei confronti di dieci soggetti, alcuni dei quali ritenuti promotori, affiliati o strettamente contigui al clan SPARANDEO operante a Benevento.

Il provvedimento è stato adottato al termine di una complessa attività d’indagine iniziata nei primi mesi del 2017 sulla base di importanti elementi investigativi raccolti dalla polizia giudiziaria sul controllo sulle attività economiche della zona poste in essere da numerosi affiliati all’associazione criminale facente capo alla famiglia SPARANDEO; in particolare, il gruppo criminale imponeva dei pagamenti alle imprese commerciali locali ed era coinvolto nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti.

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IL 416 BIS AI CAPI

L’art. 416 bis è stato riconosciuto nei confronti di Corrado SPARANDEO , detto “Zio” o “Pinocchio” (classe ’57) Carmine MORELLI , detto “Carminuccio ‘o Zingaro” o “Lo Zingaro” (classe ’60) e Vincenzo POCCETTI  (classe ’74) per aver preso parte all’associazione di tipo mafioso denominata clan SPARANDEO, operante sul territorio della provincia di Benevento in cui è stabilmente radicata.

Oltre alla commissione di delitti contro il patrimonio, danneggiamenti anche mediante l’uso di esplosivi e reati in materia di stupefacenti, il gruppo gestiva il parcheggio nei pressi dello stadio comunale di Benevento “Ciro Vigorito”, imponendo la riscossione delle somme di denaro senza alcun titolo dai parcheggiatori sia cosidettiabusivi che regolari.

In particolare Corrado SPARANDEO, al fine di affermare e mantenere il controllo egemonico sul territorio, curava personalmente ed esclusivamente, anche mediante reciproci accordi, i rapporti con clan napoletani e limitrofi come Montesarchio; rafforzava i legami con esponenti locali dell’imprenditoria al fine di consolidare il controllo del territorio.

I NOMI

Nell’ambito dell’attività estorsiva hanno rivestito un ruolo rilevante Corrado SPARANDEO detto “Zio” o “Pinocchio” (classe ’57) quale mandante; Carmine MORELLI Carmine, detto “Carminuccio ‘o Zingaro” o “Lo Zingaro” (classe ’60) quale mandante ed esecutore, coordinava le attività estorsive rapportandosi direttamente con il capo clan; Vincenzo POCCETTI, classe ’74, Stanislao SPARANDEO, detto “Sillano” o “Calvin Klein” (classe ’79), Luigi COVIELLO  (classe ’74). Gabriele DE LUCA  (classe ’89) con violenza e minacce, sia esplicite che implicite, costringevano gli imprenditori a pagare in più tranches il “pizzo”; Luigi COVIELLO  addirittura per un paio di mesi è stato assunto all’interno di una delle società coinvolte al fine di fornire al capo clan Corrado SPARANDEO  informazioni in ordine all’entità economica dei lavori posti in essere dall’imprenditore al fine di quantificare le richieste di “pizzo”.

Contemporaneamente alle attività estorsive, il capo clan avvalendosi di una precostituita rete di consociati, aveva costituito un’associazione finalizzata alla vendita, cessione, acquisto, trasporto, detenzione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.

IL BOSS

Corrado SPARANDEO , (classe ’57) quale promotore, organizzatore e direttore del sodalizio criminale imponeva ai consociati ordini e direttive sugli acquisti e consegne di stupefacente da effettuare, curando personalmente rapporti anche con membri di clan attivi nel napoletano, incontrando di persona i fornitori al fine di organizzare l’acquisto ed il trasporto delle sostanze illecite.

Gabriele DE LUCA  (classe ’89), assolveva alla funzione di “corriere” della droga trasportandola dall’hinterland napoletano a Benevento; fungeva altresì da intermediatore tra il clan ed il fornitore all’ingrosso Carmine LONGOBARDO attivo nella zona di Castello di Cisterna; quest’ultimo inoltre controllava e gestiva un gruppo di collaboratori dediti al trasporto dello stupefacente, tra cui Luigi GIANNINI  detto “O Russ” (classe ’73).

Al termine della complessa attività investigativa, supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché da sistemi di localizzazione satellitare e da sistemi di video ripresa, il G.I.P. ha emesso il provvedimento cautelare a carico degli indagati responsabili a vario titolo dei reati di cui all’art. 416 bis(associazione per delinquere di stampo mafioso), art. 416 bis 1 (circostanze aggravanti per reati connessi ad attività mafiose), art. 629 (estorsione) del codice penale nonché per i reati p.p. dall’art 73 (produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti) nei confronti di Giovanni PISCOPO Giovanni, detto “il ciuccigno”, classe ’81 e Gerardo SPARANDEO Gerardo (classe ’87) e 74 (associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti) D.P.R. 309/90.

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