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venerdì, Aprile 26, 2024
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Il figlio di Beppe Grillo a processo per stupro di gruppo, un altro avvocato lascia la difesa

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Riparte il processo a Ciro Grillo e ai tre suoi amici accusati di stupro ad una studentessa, intanto un altro avvocato lascia la difesa alla vigilia dell’udienza. Domani riprende il processo a Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5s, e dei suoi tre amici Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, i quattro sono stati accusati da una studentessa di aver abusato sessualmente di lei. I ragazzi hanno confermato il rapporto sessuale di gruppo avvenuto, ma secondo le dichiarazioni di Ciro e dei suoi amici la studentessa era consenziente. 

La triste vicenda 

Sin dalla prima accusa la posizione presa dai quattro e dai loro legali è quella quindi della totale lucidità della ragazza. Per i quattro il rapporto sarebbe avvenuto con il pieno appoggio della giovane. La ragazza però ha sempre sostenuto il contrario raccontando una versione della storia che mette decisamente in cattiva luce il “grillino” Ciro e i suoi tre amici. I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, durante una serata in discoteca i quattro incontrano la studentessa insieme con un’amica. In seguito avrebbero deciso di spostarsi in una villa, dove sarebbe avvenuto lo stupro. La ragazza racconta di essere stata costretta a bere un cocktail a base di vodka e poi da ubriaca di essere stata violentata. La seconda ragazza è stata invece fotografata mentre dorme, con Grillo, Capitta e Lauria in atteggiamenti osceni. Il 26 Novembre scorso sono stati mandati a processo e devono rispondere dello stupro alla prima ragazza. Stuprata inizialmente solo da Corsiglia e poi da tutto il gruppo. Lauria, Grillo e Capitta risponderanno anche di violenza sessuale sull’altra ragazza.

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Le accuse a Ciro Grillo e ai suoi amici

Sono molti i dati a disposizione da valutare, tra cui un video che immortalerebbe gli attimi e le foto della ragazza con i genitali dei quattro vicino al volto. Umiliate oltre che violentate, questo lo squallore al quale i quattro avrebbero sottoposto le giovani ragazze. I lividi riportati, a seguito di una consulenza medico legale, potrebbero essere “compatibili con un meccanismo di pressione e afferramento attuato da più persone contemporaneamente con le mani“. Inoltre si parla della presenza di un disturbo post traumatico da stress totalmentecoerente con un rapporto non consenziente e invasivo“.

Il caso in questione ha una forte risonanza mediatica, il motivo è intuibile, ed è proprio questa parentela forse che ha reso l’accusa una lotta tra “l’esperto” migliore. Grillo non si è risparmiato nel rispondere ad ogni accusa fatta con una tesi di un esperto. Mettendo in dubbio le parole della ragazza, andando a scavare nel suo passato. Grillo continua a sostenere la tesi del figlio e degli amici definendola una “goliardata di quattro coglioni”. Uno stupro, con un’evidente maggioranza della parte colpevole, non può essere definito una goliardata. A processo saranno presenti anche le vittime, il giorno della conferma del primo processo la vittima ha dichiarato al suo avvocato: “ricomincio a respirare“.

Le “mosse” di Grillo

Il Garante del M5s ha deciso di chiamare una psicologa forense per screditare la vittima, lo scopo è quello di far cadere i racconti della vittima e soprattutto sminuirne la credibilità. Una mossa bassa, che va a colpire la difesa, da vedere se verrà accettata. La perizia è pronta per essere depositata, si basa sullo studio delle sue conoscenze e sono state analizzate anche le chat e i suoi comportamenti nel video. La risposta dei genitori della vittima arriva dal professore Enrico Marinelli che parla dello stato della ragazza durante lo stupro. Una persona totalmente ubriaca e quindi non capace di intendere e volere non può decidere se vuole un rapporto sessuale e di conseguenza non lo vuole. La ragazza infatti racconta di ricordare solo i primi minuti dell’atroce scena, dopo il buio totale. “Il tasso era tale da compromettere fortemente le capacità cognitive e di autodeterminazione” queste le parole del medico legale. I lividi inoltre testimonierebbero la forza applicata per tenere ferma la ragazza. 

Il medico legale inoltre non esclude l’utilizzo della “droga dello stupro“. In risposta ai dati del professore arriva la controperizia stilata da genovese Marco Salvi, incaricato anche lui da Grillo e dagli altri imputati. Per lui l’ipotesi della droga “non è suffragata da alcuna prova“. Inoltre secondo Salvi un’ulteriore prova a favore dei quattro è che nei video “la studentessa si regge sulle sue gambe“. Va specificato che, anche se fosse, reggersi sulle proprie gambe non da il consenso ad un rapporto sessuale.

La rinuncia dell’avvocato nella difesa

Caso particolare è la rinuncia dell’avvocato Romano Raimondo, che ha rimesso il mandato ad un giorno dal processo. “Non c’è una ragione, è una scelta condivisa” spiega. Non è la prima volta che un’avvocato rinuncia ad un caso, le ragioni possono essere varie, ma questo episodio specifico è il secondo per Grillo e amici. Infatti l’avvocato Raimondo non è stato l’unico a lasciare la difesa, prima di lui il collega Paolo Costa. La storia, che in ogni caso verte su un episodio scandaloso già solo per l’umiliazione dei video e delle foto e si aggrava con l’ipotesi di stupro di gruppo, ha inevitabilmente una risonanza politica. Motivo per cui fa pensare il secondo caso di rinuncia, in aggiunta a quello di Costa. L’avvocato ai tempi rinunciò di difendere Vittorio Lauria per “divergenze sulla condotta extra-processuale da tenere sempre, specie in vicende come queste.

Il caso Corona 

Conte chiese esplicitamente al ragazzo di non rilasciare interviste, faceva parte del suo “piano per la difesa”. Il ragazzo però fece l’esatto contrario, scegliendo come intervistatore un nome ben noto ai tribunali italiani. Lauria parlò infatti con Fabrizio Corona, il colloquio telefonico andò poi in onda al programma ‘Non è l’arena‘. “In questo caso non vi è alcuna divergenza difensiva con la famiglia Corsiglia, tantomeno con i colleghi” queste le parole di Raimondo dopo la dimissione. Nella telefonata a Corona il ragazzo aveva fatto un passo falso, raccontando lo stato della 19enne. Lauria ha infatti descritto la serata a Corona, sottolineando che la vittima aveva nell’effettivo bevuto molto. Se la ragazza era quindi ubriaca, è ovvio che il rapporto sessuale avvenuto sia frutto di violenza.

La forte presenza politica nel caso ci fa augurare che il monito portante dell’episodio continuerà ad essere:”La legge è uguale per tutti”.

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