Ricorso del Tar respinto. Il murales con il volto di Ugo Russo e la scritta “Verità e Giustizia’’ dovranno sparire dalla facciata del condominio di vicoletto Noce 4 dei Quartieri Spagnoli. Il Comitato Verità e Giustizia per Ugo Russo aveva inoltrato inutilmente una richiesta di sospensione del precedente provvedimento di cancellazione del disegno, realizzato dall’artista Leticia Mandragora, al Tribunale amministrativo regionale.
La contrarietà del Comitato Verità e Giustizia per Ugo Russo
Per il Comitato Verità e Giustizia per Ugo Russo «l’iniziativa dell’amministrazione è una censura politica travestita di cavilli amministrativi per aggirare il dettato della Costituzione e di molte sentenze che vietano di entrare nel merito dell’interpretazione di un’opera d’arte. Un’interpretazione per noi sbagliata e forzata sulla cui base era stata rigettata la Cila in sanatoria presentata dai condomini dell’immobile».
Il ricorso al Consiglio di Stato
Dal comitato, infatti, valutano il ricorso al Consiglio di Stato. «Non sarà una sentenza o un’ordinanza a zittire e silenziare la rivendicazione di verità e giustizia per Ugo».
La motivazione del Tar e il parere della Soprintendenza
“Trasformazione fisica dell’immobile’’ affermano, dunque, tra le altre cose dal Tar respingendo la richiesta di sospensiva. Nel motivare la contrarietà alla sentenza del Tar, dallo stesso Comitato ricordano i pareri della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli. “Non si rilevano motivi ostativi alla sanatoria dell’opera eseguita’’ . Questo il parere del responsabile del procedimento della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, dottor Stefano Iavarone.
L’annuncio del ricorso
Da mesi il murale di Ugo Russo in piazza Parrocchiella nei Quartieri Spagnoli è stato al centro di una narrazione ipocrita e diffamatoria che ha gettato una valanga di fango sulla memoria di Ugo e sulla sua famiglia. Più volte abbiamo ribadito che il murale non prospettava nessuna sfida ma una legittima richiesta di verità e giustizia sull’omicidio di un ragazzo di soli 15 anni e sul futuro dei ragazzi e delle ragazze dei quartieri popolari. La cancellazione del murale di Ugo Russo sarebbe un atto di evidente censura di queste istanze, un modo per zittire le voci dei quartieri popolari, di quei quartieri spesso colpevolmente ignorati, quando non apertamente criminalizzati, dall’opinione pubblica, dalla stampa e dalle istituzioni. La lotta per salvaguardare il murale ci riguarda tutte e tutti, è una lotta per salvaguardare la libertà di espressione, ma anche per ribadire che non si può morire a 15 anni, che le ragazze e i ragazzi dei nostri quartieri hanno diritto a crescere e realizzare i propri sogni e i propri desideri senza che la società abbia già emesso una sentenza definitiva su di loro, che non siamo disposti a lasciare che i quartieri popolari vengano ricacciati nella marginalità e nell’abbandono. Per questo motivo abbiamo deciso insieme alla famiglia di Ugo e agli avvocati di ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR che poco più di una settimana fa ha confermato la richiesta di cancellazione del murale da parte dell’amministrazione comunale di Napoli, e che per un cavillo burocratico mette a rischio gran parte del patrimonio della street art cittadina (tra cui, paradossalmente, molte opere patrocinate dallo stesso Comune).
Abbiamo bisogno perciò di supporto per affrontare le spese legali di questo ricorso, che consistono in circa tremila euro. Il nostro è un comitato totalmente autogestito e ci autotasseremo per sostenere la spesa: chiediamo a tutte e tutti coloro che possono e vogliono supportarci anche con un piccolo contributo di contattarci tramite la posta della nostra pagina Facebook
La vicenda di Ugo Russo
Ugo Russo morì nella notte tra il 29 febbraio e il 1 marzo 2020. Il giovane, infatti, tentò assieme a un complice in via Generale Orsini di rapinare il rolex al braccio un carabiniere in quel momento fuori servizio. L’appartenente all’Arma sparò alcuni colpi dalla pistola d’ordinanza colpendo diverse volte Ugo. I genitori di Ugo Russo hanno dunque a più riprese chiesto delucidazioni sulla dinamica dei fatti. All’arrivo in ospedale, alcuni familiari di Ugo devastarono il pronto soccorso rimediando alcune condanne. La stessa notte, alcuni colpi di pistola furono infatti sparati verso la Caserma dei carabinieri Pastrengo. Autori del gesto, accertarono le indagini, un conoscente e un parente della giovane vittima.