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venerdì, Marzo 29, 2024
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Intervista ad Antonio “Bostik”, custode del ‘tempio di Maradona’ ai Quartieri Spagnoli: “Ogni scatto un racconto per Diego”

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Beppe Bruscolotti e Salvatore Bagni, eroi del primo scudetto azzurro. Dries Mertens, il miglior marcatore della storia azzurra. L’attuale allenatore del Napoli Luciano Spalletti. Ma anche: Josè Mourinho, Lele Adani, Bruno Conti, e tanti altri personaggi del calcio tutti incorniciati in fotografie appese alla parete delle emozioni e delle immagini che scaldano il cuore.

A La Bodeda De Dios in Vico Lungo San Matteo, ai Quartieri Spagnoli, nei pressi del famoso murales, l’omaggio a Diego Armando Maradona da parte dei vip del pallone è ora impresso in tanti scatti pieni di sorrisi e di lacrime. Il pellegrinaggio al santuario del Diez nel cuore di Napoli non si ferma a quasi due anni dalla scomparsa del Pibe, avvenuta il 25 novembre 2020. Ma l’attimo può essere fuggente, quindi meglio bloccare l’istantanea della visita di giocatori, allenatori ma anche di gente dello spettacolo per salutare il capitano azzurro.

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«Abbiamo deciso di far corrispondere a ogni visita al murales una fotografia incorniciata, così ci ricorderemo sempre di chi è venuto qui ai Quartieri Spagnoli per Diego» afferma a InterNapoli.it Antonio Esposito alias “Bostik”, gestore de La Bodeda De Dios insieme ad altri tifosi-fratelli azzurri che hanno scolpito nell’anima Maradona. Antonio ha fatto parte delle Teste Matte, glorioso gruppo organizzato della Curva A e la passione per il Napoli e ovviamente per il Pibe de Oro, non l’ha persa.

I momenti più emozionanti

Tra un cockail di Maradona e l’altro servito al tavolo degli aperitivi nei pressi degli stand in cui si vendono i gadget del campione argentino, è orgoglioso di aver imbastito una sorta di pinacoteca. «Gli incontri più belli? Quelli con l’ex capitano della Roma Bruno Conti e Lele Adani» risponde Bostik indicando le due foto che li ritraggono. L’ex capitano della Roma, avversario di tante belle sfide con Diego e l’attuale opinionista ed ex difensore, «si sono emozionati e noi con lui. Si sono inginocchiati davanti al murales e all’altarino pregano per Maradona». 

Gli azzurri per Diego

Tanti azzurri del passato e di un periodo più recente non si sono sottratti all’omaggio. Altro momento toccante, secondo Antonio Esposito, le visite di Salvatore Bagni e Beppe Bruscolotti che con Maradona hanno vinto il primo storico scudetto del 1987. «Sono venuti e hanno pianto tantissimo, specialmente Bruscolotti in lacrime per 15-20 minuti consecutivi. Anche Salvatore e Beppe sono parte della storia del Napoli per quello che hanno realizzato e soprattutto erano due amici veri di Diego così come lo era Ciro Ferrara venuto qui poco tempo fa». Anche “Ciro” Mertens è ritratto, seppur con un disegno più piccolo, su un muro della Bodega insieme a Marek Hamsik. «Vogliamo bene a Dries e Marek, venuti qui a visitarci. Stesso discorso per Koulibaly che adesso è andato via. Hanno dato tutto per la maglia». Alla fine dello scorso campionato, a palesarsi anche l’allenatore azzurro Luciano Spalletti. «Persona a modo, squisita e gentile. Siamo stati contenti di averlo avuto insieme ad allenatori come Josè Mourinho. Qui è un continuo, arrivano da tutto il mondo per salutarci e vedere il murales di Maradona: è qualcosa di magico» continua Antonio.

Il rapporto con Maradona

E il rapporto con Diego? «Io l’ho conosciuto quando giocava a Napoli, infatti c’è qui una foto dove ci siamo io lui al San Paolo nel 1987, proprio l’anno del primo scudetto» sorride Bostik indicando lo scatto e aggiungendo: «Qui ai Quartieri Spagnoli l’abbiamo incontrato un paio di volte, di notte, quando sapeva di poter essere più libero perchè di giorno era impossibile. Poi abbiamo saputo che è venuto successivamente a vedere il murales però senza scendere dall’auto e non farsi riconoscere. Il nostro affetto per lui è immutato dopo tanti anni e forse anche di più dopo la sua morte» afferma Bostik che chiude con una convinzione. «Se Diego fosse stato a Napoli nel periodo della convalescenza, sicuramente non sarebbe morto perchè la città non l’avrebbe abbandonato. Era arrivato un momento che gestirlo era complicato, ma con il nostro amore ce l’avrebbe potuta fare. E non credo che i medici italiani, nelle sue condizioni, l’avrebbero dimesso dopo l’operazione alla testa».

C’è ancora rammarico per come è finita la storia terrena di Diego; permane il dolore, lenito da una meraviglia per le sue gesta che ancora oggi sposta le montagne e unisce i popoli del calcio.

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Antonio Sabbatino
Antonio Sabbatino
Iscritto all'Albo dei pubblicisti dall'ottobre 2012, ho sviluppato nel corso degli anni diverse competenze frutto dell’esperienza sul campo in ambito politico, sociale e di cronaca, sia bianca che nera. Sono stato conduttore radiofonico di programmi musicali presso Radioattiva, radio web napoletana e redattore e collaboratore di diverse testate online. Attualmente sono inviato per il quotidiano Roma, il più antico giornale napoletano, di InterNapoli.it che rappresenta una delle realtà più dinamiche del panorama giornalistico napoletano, campano, la neonata testata Tell che approfondisce i grandi temi politico-sociali a più livelli e Comunicare il Sociale rivista specializzata di Terzo Settore.
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