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giovedì, Aprile 25, 2024
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La Dia: “Così la camorra ha conquistato i Comuni di Casavatore e Crispano”

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L’ultima relazione della Dia ha parlato di due situazioni particolari, quelle relative ai comuni di Casavatore e Crispano, i cui Consigli comunali sono stato sciolti, nel corso del semestre, per infiltrazioni mafiose. Per Casavatore è interessante rilevare – alla luce di quanto riportato nella proposta di scioglimento del Ministro dell’Interno (datata 19 gennaio 2017 e allegata al Decreto) – come la camorra, nel corso della tornata elettorale del 2015, abbia contemporaneamente supportato i due schieramenti in lizza. Significativo, in proposito, il passaggio del provvedimento: “le indagini hanno posto in rilievo collegamenti tra politica e criminalità organizzata che avrebbe fornito un concreto supporto, nel corso dell’ultima tornata elettorale, alle opposte coalizioni politiche; in particolare il nucleo criminale storico avrebbe fornito sostegno a colui che, all’esito delle elezioni, sarebbe stato eletto sindaco mentre esponenti di un altro gruppo criminale avrebbero sostenuto un altro candidato sindaco”. Sono altresì sintomatiche di questo condizionamento le “procedure anomale e irregolari che hanno interessato lo sviluppo e la gestione del territorio, l’edilizia, gli affidamenti di servizi e lavori pubblici”, nonché il fatto – emerso dall’indagine ispettiva – che “il sindaco ed un assessore, anziché attivarsi per il recupero della legalità, hanno esercitato indebite pressioni sull’apparato burocratico affinché venissero ritardate le pratiche di sfratto degli occupanti abusivi e morosi ed abbandonate le azioni giudiziarie avviate”. Ulteriori, rilevanti elementi, comprovanti una gestione dell’ente avulsa dal rispetto delle leggi e dei regolamenti, sono rinvenibili nelle “modalità con le quali sono stati disposti molteplici affidamenti di servizi pubblici ricorrendo alle procedure di somma urgenza”.

Per quanto riguarda, invece, Crispano, si è registrato un condizionamento – si legge nella proposta di scioglimento del Ministro dell’Interno (anche questa datata 19 gennaio 2017 e allegata al Decreto) – che parte sin dal momento delle elezioni del 2015, con la “partecipazione di esponenti di spicco di locali famiglie camorristiche al corteo di festeggiamenti per la vittoria conseguita dall’attuale sindaco e dalle fotografie pubblicate su un social network ove alcuni affiliati al clan camorrista egemone mostrano il logo del neo eletto sindaco”. Senza contare, poi, le ingerenze effettivamente riscontrate nel corso dell’attività amministrativa, caratterizzata da un’arbitraria e lacunosa gestione delle procedure. Si tratta di carenze, evidenzia il provvedimento, che “determinano, nel loro insieme, le condizioni prodromiche al condizionamento mafioso, atteso che l’ingerenza criminale è agevolata dall’inosservanza delle procedure amministrative. Tale modus operandi è stato riscontrato nell’attività svolta da alcuni uffici strategici, quali l’ufficio appalti di lavori e servizi pubblici o l’ufficio urbanistica, nella gestione dei beni comunali o nella gestione del servizio di tesoreria”.

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