Federico Pastorello, agente di Romelu Lukaku, è stato protagonista di una lunga intervista ai microfoni del quotidiano spagnolo AS parlando della sua scelta, a quel tempo dicutibile, di portare Lukaku al Chelsea dopo l’Inter: “Con il senno di poi, probabilmente non lo rifarei. Ma Romelu fu inserito nella lista del Pallone d’Oro quell’anno, cosa mai accaduta prima, e fu un trasferimento record dal campionato italiano. Fu la decisione giusta in quel momento. Poi ci sono le variabili umane; nessuno avrebbe potuto prevedere le difficoltà di Lukaku, forse non tanto ambientali, perché conosceva il club, quanto piuttosto nel suo rapporto con l’allenatore. Veniva da un rapporto quasi padre-figlio con Conte, e quella differenza di approccio lo condizionò in qualche modo, insieme all’infortunio che subì. Se non fosse stato per quello, la storia sarebbe stata diversa.”
Lukaku, Pastorello interviene: “In italia si sente a casa. Conte una volta minacciò di andarsene se…”
Federico Pastorello ha poi continuato la sua intervista per il quotidiano spagnolo AS parlando dell’incredibile rapporto padre-figlio che c’è tra Conte e Lukaku e le eventuali similitudini con il rapporto Bonny-Chivu:
“Lukaku si è adattato bene all’Italia. Quando Antonio lo ha chiamato e gli ha chiesto di andare al Napoli lui ha accettato subito. Non se n’è nemmeno parlato. Era il momento migliore per lavorare di nuovo insieme, e i risultati gli hanno dato ragione. Sul rapporto Lukaku-Conte e Bonny-Chivù non ci sono somiglianze. Per Bonny la situazione è diversa, è stata una scelta della dirigenza dell’Inter di lavorare insieme. Ausilio aveva iniziato a farsi avanti sul giocatore già a marzo. Quindi la presenza dell’allenatore conta fino ad un certo punto: la volontà di prenderlo era proprio dell’Inter. Anche Simone Inzaghi aveva approvato questo trasferimento. Invece quando portai Lukaku all’Inter Conte minacciò la dirigenza di andarsene se non lo prendevano. Il mister fu decisivo”.
