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martedì, Maggio 7, 2024
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«Ma come la facciamo sta guerra», la ‘crisi finanziaria’ dei Licciardi evitò una nuova guerra

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Le mire espansionistiche degli Amato-Pagano avrebbero potuto causare un’altra violenta guerra nell’area nord di Napoli. Questo perchè gli scissionisti avevano messo nel mirino Marano e ciò avrebbe potuto portare ad una nuova guerra: questo quanto emerso dall’ultima inchiesta condotta contro i vertici del clan Licciardi nella quale si evidenzia il ruolo di pacieri svolto da Gianfranco Leva e Paolo Abbatiello in un momento di grave tensione. Tutto iniziò con l’arresto di Cesare Pagano che portò Mariano Riccio al vertice della camorra melitese: proprio il nuovo reggente strinse un patto con Antonio Ruggiero, alias Tonino ‘o Chiattone, per attaccare i territori del clan Polverino. Però l’ex costola dei Nuvoletta decise di rivolgersi ai Licciardi per mediare.

I Polverino si rivolsero ai Licciardi

Le tensioni tra i Polverino e gli uomini di Riccio sarebbero state confermate anche dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Simioli nell’aprile del 2021 quando raccontò di un suo incontrò con Abbatiello: “Il problema di cui parlammo riguardava il fatto che Mariano Riccio nel 2012 tentò di prendersi criminalmente Marano, accordandosi con una famiglia di Marano, Ruggiero, che sono una famiglia diversa da quella di Giuseppe Ruggiero e dei figli. Da qui vi furono una serie di incontri con quelli della Vinella Grassi per dire loro che Marano non l’avrebbero mai presa“. A mediare in quel caso, secondo il collaboratore di giustizia, furono proprio i Licciardi che, consci delle difficoltà in cui versavano in quel periodo affermarono la loro posizione di netta contrarietà alla guerra.

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La posizione dei Licciardi

Secondo la ricostruzione della Procura Leva e Abbatiello decisero di evitare la guerra perché in quel momento il loro gruppo viveva una grave crisi economica. Retroscena confermato dallo stesso Leva in occasione di un colloquio, captato grazie ad un intercettazione dell’ottobre 2013, con alcuni esponenti di spicco della camorra maranese:«Ma come facciamo questa guerra. Noi non abbiamo un euro, ma come la fai questa guerra. Noi non mandiamo da 5 mesi le mesate dei carcerati, facciamo la guerra. Allora qua oggi non si può fare, se la facciamo noi la guerra è finita, non usciamo più di galera, ma mica è per codardia, risparmiati non è il momento».

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