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giovedì, Aprile 25, 2024
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Giocatore napoletano bestemmia, squalificato dalla serie A per una giornata

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Un turno di squalifica per il calciatore napoletano  Rolando Mandragora. Il Giudice sportivo della Serie A è ricorso alla prova TV. Ha esaminato i referti della match Udinese-Sampdoria della seconda giornata. Le telecamere lo inquadrano mentre proferisce chiaramente espressioni ingiuriose. Oltretutto, il calciatore di Scampia imprecava senza rivolgersi a nessuno. Il comportamento, ai sensi dell’articolo 19 comma 3bis lettera a, deve essere sanzionato. L’ex talento della Mariano Keller, originario di Scampia, sarà costretto a saltare il match contro il Torino. Ecco il video che ha incastrato Mandragora.

 

 

I precedenti delle squalifiche per bestemmie

L’elenco è davvero lungo ed è difficile farlo completo: l’esempio più recente risale allo scorso campionato quando il centrocampista del Cagliari Cigarini venne fermato per due giornate (una per la doppia ammonizione e una per blasfemia appunto) dopo Sampdoria-Cagliari.Sempre nello scorso campionato, ad essere punito per lo stesso motivo è stato il vice allenatore della Roma Francesco Tomei. L’elenco poi prosegue con altri allenatori: nel 2016 a pagare per una bestemmia furono Maran (all’epoca alla guida del Chievo) e in Serie A Longo  (Pro Vercelli) e Cosmi (Trapani).

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Proprio nel campionato cadetto c’è una società che ha fatto quasi la collezione, il Brescia: hanno scontato una squalifica per bestemmia in tempi diversi GastaldelloBenali Varr. Ma non sono cderto gli ultimi: nel 2012 toccò all’attaccante del Chievo Sergio Pellissier, mentre l’anno dopo toccò a Luca Siligardi del Livorno essere sanzionato.

La storia di Mandragora

Rolando Mandragora è nato a Napoli, il 29 giugno di soli vent’anni fa. E’ cresciuto nel quartiere di Scampia, noto per le tante vicende relative alla criminalità organizzata. Ma in realtà chi ci ha vissuto ne descrive uno scenario meno apocalittico: “Dall’esterno sembra un posto terribile, ma qui come altrove ci sono persone buone e cattive. Infatti, quando ho visto Gomorra mi ha fatto uno strano effetto: vengono sottolineati soltanto gli aspetti negativi”. A soli 14 anni, con tutte le intenzioni di coltivare il sogno di diventare un calciatore, Mandragora si lancia alla ricerca di una squadra. Cosa che, nonostante ciò che vediamo oggi, sembrava un’impresa impossibile. “Atalanta, Palermo, Chievo, Juve, la Roma addirittura cinque volte, tre a Trigoria e due a Napoli. Praticamente ho fatto il giro d’Italia, ma niente, sembrava non mi volesse nessuno.

Il salto nel Genoa

Alla fine è arrivato il Genoa e ha creduto in me” ha raccontato il giocatore in un’intervista passata a La Gazzetta dello Sport. Con i rossoblu trova l’esordio in Serie A a 17 anni e le successive quattro presenze lasciano intravedere un grande potenziale. I liguri preferiscono dargli continuità e lo girano un anno in prestito al Pescara, in Serie B. Qui Mandragora conferma le proprie qualità e la Juventus decide di non lasciarselo sfuggire: i bianconeri lo acquistano per 6 milioni più altrettanti di bonus nonostante si sia infortunato poche settimane prima al piede. Un problema, questo al metatarso, che lo costringe a stare fuori anche per gran parte della scorsa stagione; Allegri riuscirà a farlo esordire, ma anche in questo caso la scelta condivisa è quella di trovare costanza di impiego e, quindi, di rendimento. “Per un calciatore è difficile stare lontano dal campo vedendo così sfumare ciò che ti sei conquistato con il lavoro” ha raccontato il giocatore.

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