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venerdì, Maggio 3, 2024
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Matteo, il ragazzo ferito dallo squalo contro la Lucarelli: “A causa sua odio contro di me”

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Subirà un altro intervento chirurgico all’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna Matteo Mariotti, il ventenne originario di Parma che il 9 dicembre in Australia è stato attaccato da uno squalo e ha perso una gamba sotto il ginocchio.

Matteo è fiducioso rispetto al suo recupero, si augura di riprendere presto a camminare, grazie all’uso di una protesi, ma durante il punto stampa organizzato questa mattina all’ospedale bolognese non nasconde il suo grande rammarico per la campagna di odio che gli è stata scatenata contro: “Molti mi hanno sostenuto, la mia famiglia, i miei migliori amici e tanti sconosciuti che mi hanno trasmesso amore e li voglio ringraziare – racconta -. Purtroppo c’è stato anche odio nei miei confronti, sono state dette cose false, in modo ingiusto, è successo per una raccolta fondi che hanno lanciato i miei amici destinata a me, per la mia vita futura in cui avrò bisogno di aiuto. Mi è stato detto che sono un truffatore, la mia unica colpa è di essere sopravvissuto”.

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A una cronista che lo incalza sulle critiche a lui indirizzate da Selvaggia Lucarelli, Matteo risponde: “Selvaggia, hai proprio fatto un grande errore con me, il male che mi hai fatto non lo puoi nemmeno immaginare, tu paragonata a uno squalo sei più pericolosa”. È molto scosso emotivamente dalla campagna di odio sui social: “Io non ho colpa di nulla, non ho fatto io la raccolta, non ho mai fatto male ad animali, anzi sono un amante degli animali, mi si sono scagliati contro anche gli animalisti; è un odio che non accetto, è stata più dura lottare contro questa persona che la lotta contro uno squalo”.

Le parole della Lucarelli

La Lucarelli aveva detto sulla raccolta fondi per spese mediche: “Ho chiesto spiegazioni, ma sono stata minacciata” e ancora: “Denuncio la poca trasparenza”.

“Mentre Matteo era ancora in ospedale a Brisbane – racconta Lucarelli nell’intervista a La Stampa – ho visto la raccolta di soldi dei suoi amici per le spese mediche e ne ho chiesto il motivo, dal momento che erano coperte da assicurazione sanitaria in Australia e che in Italia sono gratuite. Un’amica sua mi ha risposto che non lo sapevano…”.

La giornalista non si spiega a cosa servano quei soldi: “Perché se vogliono fargli un regalo va benissimo, ma allora che non si parli di spese mediche”, dice. Ma anche che “indagare sulle donazioni è un lavoro scomodo, pretendere trasparenza da chi ‘soffre’ o da chi dona è spesso accompagnato da un coro di ‘come ti permetti’, ‘ma fatti i fatti tuoi’ e, alla fine, ci si rassegna all’idea che anche le vittime, appunto, abbiano sempre una patente d’innocenza insindacabile”. E ancora: “Ho preteso trasparenza laddove trasparenza non c’era”.

Attaccato da uno squalo, Matteo si filma mentre gli stacca una gamba

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