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sabato, Aprile 20, 2024
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Arrestato primario del Pronto Soccorso, il dott. Carlo Mosca ha provocato la morte di 2 pazienti Covid

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Carlo Mosca, il primario facente funzioni del Pronto soccorso di Montichiari (Brescia), arrestato e posto ai domiciliari dai Carabinieri del Nas. Il dottor Carlo Mosca è sospettato di omicidio. L’accusa è che avrebbe intenzionalmente somministrato a pazienti affetti dal Covid-19 farmaci ad effetto anestetico e bloccante neuromuscolare, causando la morte di due di loro. Un paziente di 61 anni e uno di 80, durante la prima ondata pandemica iniziata a fine febbraio 2020.

I fatti risalgono al marzo dell’anno scorso, quando l’elevato numero di contagi andava a ripercuotersi sulle strutture ospedaliere, intasandole. Il medico in questione è il primario del pronto soccorso dell’ospedale di Montichiari (Brescia). L’uomo si trova agli arresti domiciliari perché secondo il gip del tribunale di Brescia, sussiste il rischio di reiterazione del reato.

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I carabinieri del Nas di Brescia, a due mesi di distanza dagli eventi, raccogliendo ed elaborando indicazioni circa la possibilità che il decesso di alcuni pazienti, avvenuto presso il pronto soccorso di un ospedale della provincia, fosse stato causato da pratiche mediche assunte consapevolmente da un medico, hanno immediatamente avviato un’indagine, d’intesa con la Procura della Repubblica bresciana. Anche mediante il supporto di accertamenti tecnici di medicina legale disposti dall’autorità giudiziaria. Le attività investigative hanno consentito di analizzare le cartelle cliniche di numerosi pazienti deceduti in quel periodo per Covid-19, riscontrando in alcuni casi un repentino, e non facilmente spiegabile, aggravamento delle condizioni di salute. Tre salme esumate per essere sottoposte ad indagini di natura autoptica e tossicologica.

Le indagini sul medico Carlo Mosca

Le indagini hanno rilevato, all’interno di tessuti ed organi di una di loro, la presenza di un farmaco anestetico e miorilassante comunemente usato nelle procedure di intubazione e sedazione del malato. Il farmaco se utilizzato al di fuori di specifici procedure e dosaggi, può determinare la morte del paziente. Peraltro, nelle cartelle cliniche dei deceduti oggetto di verifica non compare la somministrazione di quei medicinali (indicata invece nelle cartelle di pazienti poi effettivamente intubati). Tanto da ipotizzare a carico dell’indagato anche il reato di falso in atto pubblico.

Il quadro accusatorio ipotizzato dagli esiti del procedimento penale e le fonti di prova che documentano la condotta criminosa del medico. Sostanzialmente consistita nel somministrare a pazienti Covid medicinali idonei a provocare una letale depressione respiratoria. Gli elementi hanno rafforzato l’esigenza, condivisa dal gip di Brescia, di disporre la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del sanitario al fine di scongiurare il pericolo di reiterazione dei reati e di inquinamento probatorio.

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