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venerdì, Maggio 3, 2024
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“Mi chiamo Domenico Ciccarelli”, la falsa identità del boss di Villaricca Luigi Cacciapuoti

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Un caldo pomeriggio di agosto trascorso a bordo piscina in compagnia del proprio barboncino. Questa potrebbe essere la descrizione di una giornata di relax di un uomo qualunque alle prese con gli ultimi giorni di ferie, ma non se il soggetto in questione è il boss di Villaricca, Luigi Cacciapuoti, latitante dallo scorso febbraio.

Oggi dopo il suo arresto (deve scontare 15 anni di reclusione, ndr), è stato indagato anche per il possesso di una carta di identità falsa rilasciata dal Comune di Villaricca nel 2020. Il boss di camorra aveva la sua foto sul documento di riconoscimento sul quale, però, era indicato il falso nome di “Domenico Ciccarelli”. Con questa accusa la Procura di Napoli Nord ha chiesto l’arresto. Come abbia fatto ad avere quel documento è un mistero su cui gli inquirenti stanno indagando.

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Inoltre i carabinieri nel suo ultimo covo hanno trovato anche una patente e una tessera sanitaria sulle quali erano indicate le generalità all’alter ego del latitante. Per questo reato domani ci sarà l’udienza di convalida di Cacciapuoti presso il carcere di Secondigliano, e lunedì quella di Piera Longo (la compagna che era con lui al momento del blitz, ndr) presso il carcere di Pozzuoli. Entrambi sono difesi di fiducia dagli avvocati Luigi Poziello e Raffaele Chiummariello. 

I DETTAGLI SULLA CATTURA DEL BOSS CACCIAPUOTI

Una caccia all’uomo durata mesi, conclusa poche ore fa in una sontuosa villa con piscina a Varcaturo. Proprio lì i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno arrestato il 64enne. I militari lo hanno cercato a lungo, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia napoletana. Grazie a indagini tradizionali e tecniche, al monitoraggio dei social e dei movimenti finanziari sono riusciti a circondare l’area dove era nascosto.

IL RUOLO DEL CAGNOLINO

Questo fino al giorno in cui un cagnolino e il fiuto degli investigatori hanno suggerito il suo nascondiglio: il barboncino, fedele amico di una donna che incontrava Cacciapuoti, era affacciato ad una finestra semichiusa di una grossa villa. Un animale che, però, ha suscitato negli investigatori il sospetto che quello chalet fosse proprio il rifugio del latitante.

Così i militari hanno pianificato il blitz e analizzato ogni possibile via di fuga. Studiando anche l’impianto fognario comunale che correva nel sottosuolo. Nulla è stato lasciato al caso. Poi l’ingresso, in forze. Tutte le uscite sono state bloccate, circondata la villa.

CACCIAPUOTI ERA VICINO ALLA PISCINA 

Cacciapuoti se n’è accorto quando i carabinieri erano ormai ad un passo da lui, sdraiato a bordo piscina mentre sfogliava un giornale: non ha opposto resistenza e così è stato catturato La villa è stata sequestrata e così i documenti di identità che il 64enne portava con sé.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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