Arrestata per errore, il giudice adesso le riconosce un risarcimento da 22mila euro. La storia è quella della modella e miss ungherese Greta Gila, finita anche a Storie Italiane colpendo l’opinione pubblica. La ragazza è rimasta due mesi e mezzo in carcere con l’accusa di narcotraffico, ma era innocente e vittima di una trappola.
Gila è stata «ingiustamente detenuta», si legge nelle motivazioni della sentenza, in cui si sottolinea inoltre anche il suo essere collaborativa e il non aver peccato di alcuna «negligenza». La giovane è finita in manette nel 2019 in Italia, poiché apparentemente in possesso di 10 chili di cocaina, trascorrendo 74 giorni in carcere. Era stata scambiata per una narcotrafficante per errore. “Oggi sono traumatizzata, non riesco a prendere l’aereo e ho smesso di fare la modella. Non sento più fiducia nel prossimo”, ha spiegato in tv.
Il tutto, infatti, era cominciato con uno scambio di mail con una pseudo agenzia che le aveva proposto un servizio fotografico a Tokyo passando per l’Italia. All’improvviso quella che credeva la costumista, una donna brasiliana, le ha portato in camera d’albergo una valigia con 10 kg di cocaina. Stava portando a termine una “consegna guidata” con la Guardia di Finanza dopo che l’hanno fermata in aeroporto. Da lì l’irruzione e il trasferimento in commissariato. La richiesta di Greta era di centomila euro di risarcimento, ma l’ordinamento italiano ha scelto la modalità di indennizzo giornaliero.
«Sono molto soddisfatto del provvedimento perché hanno riconosciuto che Greta abbia agito in modo estremamente prudente e che non gli si può imputare alcunché a livello di leggerezza. Questo da un punto di vista morale è importante anche per la famiglia», sono le parole dell’avvocato Massimiliano Scaringella, che l’ha assistita nella vicenda.