Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha condannato padre e figlio che avevano allestito un market della droga nel loro negozio di abbigliamento a Cellole. Sei anni e otto mesi di carcere per Raffaele Boccia mentre ha inflitto una condanna a tre anni otto mesi al figlio Francesco Boccia, entrambi di Ottaviano e negozianti nel Casertano.
Le indagini, dirette dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e delegate ai militari della Stazione Carabinieri di Baia Domizia, permisero di accertare che gli indagati avevano organizzato una fiorente piazza di spaccio a Sessa Aurunca, a Baia Domizia ed a Cellole, il cui fulcro ruotava intorno a due attività commerciali, entrambe riconducibili a Raffaele Boccia, con l’aiuto del figlio Francesco e di una donna impiegata come commessa nel suo negozio di abbigliamento di Cellole.
Questi esercizi commerciali erano divenuti punti di riferimento per gli assuntori di stupefacenti che quotidianamente, a mezzo telefono, si rivolgevano a Raffaele Boccia, chiamandolo con appellativo di copertura (“ZIO RAF”), termine utilizzato per far cogliere lo scopo delle comunicazioni, come volte all’acquisto di stupefacente.
Boccia provvedeva direttamente e indirettamente tramite il figlio Boccia Francesco e la commessa, alla consegna dello stupefacente.
Veniva tenuta anche una contabilità, parallela rispetto alle attività commerciali, illecita, connessa al calcolo delle transazioni di droga.
Attraverso numerosi servizi di osservazione controllo e pedinamento e una costante opera di monitoraggio telefonico delle utenze utilizzate usate dai soggetti indagati, era possibile effettuare alcuni riscontri e acquisire decisivi elementi in ordine ai delitti, ricostruzione confortata anche attraverso l’audizione degli acquirenti: venivano infatti escusse circa 40 persone che confermavano di aver acquistato dagli indagati in più occasioni ed in tempi diversi sostanze stupefacenti del tipo “cocaina” ed “hashish.