Prima una sniffata di cocaina poi l’omicidio del coinquilino, colpevole secondo l’aggressore di essersi appropriato dell’ultima dose. Secondo FanPage sarebbe questo il movente che avrebbe portato Gennaro Angiolino a uccidere Gennaro Fedele. Ieri carabinieri nella stazione Fuorigrotta hanno arrestato Angiolino, classe 78, il quale avrebbe preso a pugni la vittima, al culmine di una lite nata per la spartizione di dosi di droga, verosimilmente destinate al consumo personale. L’uomo è stato tradotto nel carcere di Poggioreale. I traumi riportati avrebbero condotto Fedele alla morte.
Orrore a Fuorigrotta
Il fatto è successo in via Venezia Giulia, nel quartiere a ovest di Napoli. Martedì i carabinieri della Stazione di Fuorigrotta sono intervenuti in via Venezia Giulia dove il 63enne Gennaro è stato rinvenuto cadavere nella sua abitazione.
Sarebbe stato Angiolino a chiamare i soccorsi raccontando poi ai militari che il diverbio era sorto intorno ad una dose di cocaina e che non era sua intenzione uccidere il suo coinquilino. Pare che i due fossero abituali assuntori di stupefacenti e che la lite sia nata in maniera inattesa, ma su questo stanno lavorando gli investigatori.
Dalla lite all’omicidio
Secondo quanto emerso dalle prime battute delle indagini, i due si sarebbero spintonati a vicenda e la vittima, cadendo in terra, avrebbe battuto violentemente la testa perdendo coscienza. A questo punto, sempre stando alle prime ricostruzioni, il coinquilino ha chiamato il numero dei carabinieri e quello del 118 ma al loro arrivo i sanitari hanno potuto constatare solo il decesso di Fedele.