Dal Rolex ignorato al cambio dei vestiti, i misteri sugli aggressori di Stefano Ansaldi. Continuano le indagini sull’omicidio di Stefano Ansaldi. La rapina finita male è solo una delle ipotesi a cui lavorano i carabinieri impegnati a risolvere il caso del ginecologo napoletano. La sensazione degli investigatori è che il 65enne, residente a Napoli, sia venuto in città per un appuntamento. Probabilmente l’aggressione sarebbe scaturita da una lite con persone che conosceva. C’è anche il presunto saluto pre-natalizio alla sorella, che vive a Milano. La donna infatti era in procinto di andare in Campania. Verso le 18 stava passeggiando all’angolo fra via Scarlatti all’angolo con via Mauro Macchi, sotto un’impalcatura di un palazzo coperta da teli di plastica.
LA MORTE di Stefano Ansaldi
Proprio lì è morto in seguito con una profonda ferita alla gola, infatti, il coltello è stato rinvenuto sul posto. L’allarme al 118 è stato dato da alcuni passanti. I responsabili dell’omicidio si sarebbero cambiati i vestiti, gettandoli dopo aggressione. Un simile atteggiamento potrebbe essere stato inscenato per depistare le indagini e indicherebbe che i due malintenzionati avessero premeditato la violenza. I malviventi hanno rubato il portafoglio e il telefono cellulare, ma hanno lasciato il Rolex a terra.
La Scientifica ha svolto i rilievi e si stanno controllando le telecamere della zona. Diverse pattuglie delle forze dell’ordine stanno svolgendo controlli nel quartiere e in città. Non lontano si è svolta, in un secondo tempo, un’altra rapina ad opera di due stranieri poi fuggiti a piedi e ora ricercati. Si sta cercando di capire se le due rapine siano state commesse dalle stesse persone il che farebbe pensare a dei criminali senza né scrupoli, né remore.
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