La prima sezione della Corte di Assise di Napoli, presidente Teresa Annunziata e giudice a latere Giuseppe Sassone, ha condannato all’ergastolo Pinotto Iacomino. L’uomo è accusato di avere ucciso la sua compagna, l’insegnante di sostegno di 40 anni Ornella Pinto, madre di un bambino di 5 anni, all’alba del 13 marzo 2021 a Napoli.
Un femminicidio commesso malgrado la presenza del bambino in casa. Lo scorso 3 maggio, al termine della sua requisitoria il sostituto procuratore di Napoli Fabio De Cristofaro (della sezione Fasce Deboli, coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone) ha chiesto la massima pena per l’imputato che, secondo gli inquirenti, si recò a casa della convivente, alle prime ore del giorno, già armato di un coltello.
La sentenza è giunta al termine della camera di consiglio iniziata poco prima delle 15, subito dopo l’arringa difensiva dell’avvocato Mario Terracciano, legale di Iacomino, durata quattro ore e mezza e conclusa con la consegna ai giudici di una memoria di oltre 114 pagine, incentrata sull’insussistenza delle tre aggravanti contestate: la stabile convivenza, la premeditazione e la particolare crudeltà (13 coltellate furono inferte quella mattina).
IL FIGLIO DI ORNELLA
Lo scorso marzo il Tribunale per i minorenni di Napoli ha revocato la potestà genitoriale a Pinotto Iacomino, il 43enne accusato dalla Procura di Napoli dell’omicidio premeditato e aggravato della sua ex, Ornella Pinto. Il bimbo era stato affidato alla sorella di Ornella, Stefania Pinto (difesa dagli avvocati Valeria Pessetti e Carmine Capasso), che ora ha assunto la potestà genitoriale del piccolo.
“I fatti non hanno bisogno di alcun commento – sottolineano i giudici – ed è di tutta evidenza che, a prescindere dallo stato di detenzione, a Iacomino Pinotto debba essere revocata la responsabilità genitoriale avendo lo stesso manifestato di non avere alcuna capacità e alcune sensibilità non avendo esitato a colpire brutalmente la sua compagna alla presenza del bambino”.